La passione per il canto gliel’ha trasmessa il papà. “Lui non ha mai fatto degli studi musicali ma da piccolina mi faceva cantare in macchina”, ricorda Martina Trevisan, 25 anni di Aosta, che con il suo inedito “Di martedì”, lo scorso 10 maggio, ha vinto la 28esima edizione del Festival Voci d’Oro di Pistoia nella categoria dedicata ai giovani cantautori.
Martina canta e scrive canzoni. Questo è il lavoro che sogna di fare da grande. Nel frattempo, studia biologia all’Università di Torino perché quello della musica “è un mondo difficile e bisogna avere un piano B”. Ma dopo aver vinto il concorso di Pistoia le distanze con i sogni si accorciano.
“È stata la prima volta in cui mi sono esibita in un mio brano inedito davanti ad una giuria e ad un pubblico”, racconta la musicista, che ha studiato vocalità alla Sfom, la Scuola di formazione e orientamento musicale di Aosta, e si è esibita più volte sui palchi di casa insieme a diverse band, tra cui la tribute band dedicata a Lucio Battisti “Emozioni del cuore”.
Il suo inedito “Di martedì” – nato grazie al progetto “Engage-Toi” della Sfom – parla di lei, della sua storia, della sua vita. “È un dialogo tra un padre e un figlio o una figlia in cui si affronta il tema dell’omosessualità – spiega -. È la storia di un uomo che si è nascosto sposandosi con una donna per poi fare coming out e cercare accettazione e comprensione da parte della famiglia”.
Durante il progetto, hanno contribuito alla stesura del testo e all’arrangiamento anche Maximiliano Paterna, Alessandro Amato, Leonardo Carotenuto, Madelaine Montrosset, Maria Lucia Pitzalis e Francesco Bredy.
Per il concorso, “ho cambiato un po’ l’arrangiamento della canzone per renderla più fruibile in un teatro”, dice la cantautrice. Che ricorda come le emozioni provate in quella giornata siano state molte: “Sono arrivata preoccupata e un po’ in soggezione perché era la prima volta in cui mi mettevo veramente a confronto con altre persone che hanno questa passione. Mi sono sciolta quando ho conosciuto gli altri ragazzi. Abbiamo riso e scherzato, sono nate anche delle belle amicizie nonostante la distanza”. E aggiunge: “È stato molto bello vedere che i giudici hanno riconosciuto, quando mi hanno premiata, l’importanza del tema, della canzone e la mia capacità interpretativa. È stato molto importante per me e per la mia crescita capire il mio livello, le mie potenzialità, oltre ad avere la possibilità in futuro di partecipare di concorsi di questo tipo e farmi conoscere nel resto d’Italia”.
Ad ottobre, Martina Trevisan si esibirà al festival Mei di Faenza, che raduna le principali produzioni discografiche indipendenti ed emergenti italiane, e avrà l’opportunità di registrare “Di martedì” in studio e realizzare un videoclip. E poi la attenderanno altri concorsi e altri concerti in giro per i palchi d’Italia. Magari con delle nuove canzoni in cui raccontare se stessa. “Quando scrivo parto da esperienze personali o da emozioni positive o negative molto forti – conclude -. La musica per me è sempre stata qualcosa in cui riversare le mie energie emotive per non scoppiare. Cerco di essere evocativa ma mai troppo diretta, piuttosto ermetica per permettere a chi ascolta di ritrovarsi”.
“Di martedì” – il testo
Ho visto tanta delusione in Mamma e Papà
non ho l’invito per la tua comunione perché c’è la nonna
dimmi cara hai paura in casa già c’è un’altra atmosfera.
Nessuno c’era
tranne i soliti falsi
falsi come i passi che ho fatto fin qui
ma per caso ci si sposa di martedì?
perché il giorno in cui ho deciso di nascondermi
pensavo di riuscirci ma eccomi qui
davanti a quei tuoi occhi pieni di
quello che è di buono c’è tuo padreDel mio essere diverso
da come mi vogliono là fuori
dal nostro orgoglioso universo
nelle case che ho lasciato insieme a tabù
tra bambole e lenzuola in cui non dormirai mai più
tutte le lotte con me stesso in mezzo ai fischi della vita vera,
perché nessuno c’era
verso nuovi orizzonti,
perdendo il cuore lì dove sei tu
ed è stato un matrimonio di martedì
a fianco ad una donna per nascondersi,
pensavo di riuscirci, ma eccomi qui
Davanti a quei tuoi occhi pieni di
quello che credevi essere tuo padre
E scoprirlo poi diverso
contro gli occhi di quelli là fuori
che mi fanno sentire perso
non importa tu chi sei
non importa con chi stai
importa solo se l’amore c’è e lo coltiverai
e sentire che amando, cambiando crescendo allo specchio, sei tu
Non importa se ti sposi di martedì
tu con me non hai bisogno di nasconderti
il dolore ancora addosso, ma ecco eccomi qui
davanti a quei tuoi occhi pieni di
quella bimba che giocava con suo padre,
quando tutto era diverso
prima che ti chiudessi fuori
e mi chiedo se ti ho perso