Concours Cerlogne: a La Thuile oltre 4000 bambini festeggiano il Patois

La 48esima edizione del Concorso per le scuole che prende il nome da colui che ha dato avvio ad una letteratura francoprovenzale in Valle, l'Abbé Jean-Baptiste Cerlogne, raggiunge il numero più alto di partecipanti dal suo avvio nel 1963.
Una vecchia edzione del Concours Cerlogne
Cultura

Sarà un'edizione dai grandi numeri quella del Concours Cerlogne che fa base a La Thuile. La 48esima edizione della manifestazione, nata nel 1963 sotto l'impulso di René Willien, continua nel tempo a promuovere la salvaguardia del patois partendo dalle giovani generazioni e sarà protagonista dal 17 al 19 maggio con spettacoli che si ripeteranno nel corso delle giornate. Nell'anno che celebra il centenario della morte de l'Abbé Jean Baptiste Cerlogne, la festa coinvolge 3900 alunni valdostani oltre a 295 scolari e 30 insegnanti provenienti dalle altre aree del bacino francoprovenzale: valli piemontesi, Savoia, Faeto in Puglia.

Il tema scelto per questa edizione è stato "il patrimonio materiale e immateriale" che ha permesso agli alunni delle diverse istituzioni scolastiche e classi di riscoprire il proprio territorio. Il lavoro iniziato a settembre, con la formazione degli insegnanti, e portato avanti per tutto l'anno, con attività in classe, uscite sul territorio, interviste, animazioni (soprattutto nelle classi con pochi patoisans) giunge al suo momento conclusivo. "La scelta di La Thuile come luogo della festa – ha evidenziato l'Assessore all'Istruzione e Cultura Laurent Viérin nel presentare l'evento – pone l'attenzione sulle località turistiche e sulle problematiche che qui ritroviamo legate al patois. La lingua del cuore dei valdostani può rappresentare in questi luoghi un veicolo di integrazione e un'opportunità per chi arriva da fuori".  

Gilberto Roulet, sindaco del paese, aggiunge "per noi è stata un'ottima occasione per far riscoprire ai nostri ragazzi il proprio paese e le sue radici: noi siamo figli di minatori, una realtà che non sempre si ricorda". Tra i gadjets creati per l'occasione figura così la "lampada a carbone" che i minatori utilizzavano nelle buie gallerie e che oggi diventa un simbolo. "Il lavoro nelle scuole parte dalla formazione degli insegnanti – ha aggiunto Saverio Favre, responsabile del servizio BREL dell'Assessorato regionale all'Istruzione e cultura – e con attività di supporto nelle classi. Supporto di tipo linguistico o legato alla grafia, mentre si parla di animazioni soprattutto in quelle classi in cui i bambini patoisans sono pochi".

Il messaggio che il Concours veicolerà fa eco dalle scorse edizioni: il patois è ricchezza e tesoro e fa conservato, difeso e veicolato alle nuove generazioni affinché continui a vivere.  " Se il patois scompare in Valle d'Aosta – ha aggiunto Viérin  – scompare ovunque perché la Valle è rimasto l'ultimo "avamposto" vivo di questa lingua".

Durante i tre giorni di festa saranno premiate le insegnanti che hanno raggiunto i 10 e i 20 anni di partecipazione al Concours. Unica "trentenne" premiata sarà l'insegnante di Brusson, Serafina Curtaz. A loro andrà la medaglia coniata per l'occasione che riporta l'effige dell'Abbé Cerlogne. Tra le altre curiosità anche la ripresa di un adesivo, in circolo negli anni '80, che cita "No prédzèn patoué" declinato anche in francese e in lingua walser.

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