Donatella Corti e Guy Chenal alla semifinale di Incipit Offresi

I due valdostani, che hanno vinto rispettivamente la tappa di Aosta e quella di Chivasso del talent letterario, si contenderanno un posto per la finale del mese di giugno. 
Corti e Chenal
Cultura

Ci saranno anche  Donatella Corti e Guy Chenal alla semifinale della gara di scrittura per aspiranti scrittori al Salone Internazionale del Libro di Torino, Incipit Offresi. I due valdostani, che hanno vinto rispettivamente la tappa di Aosta e quella di Chivasso del talent letterario, si contenderanno un posto per la finale del mese di giugno.

L’appuntamento,  in programma sabato 17 maggio al padiglione 2, Arena Piemonte, sarà condotto da Chiara Pacilli, giornalista e conduttrice tv, accompagnata dalle musiche di Enrico Messina.

L’incipit di Donatella Corti, originale e profondo, è un viaggio tra lettere e parole che diventano storie, frammenti di vita da riordinare nel caos dell’esistenza. Con una scrittura intensa e riflessiva, ha trasformato l’alfabeto in un universo di racconti e significati. L’incipit di Guy Chenal trascina in un racconto cupo e sorprendente: un padre trasformato in un “non morto”, un mostro che non si nutre di carne ma di memorie e ideologia. Tra horror e metafora sociale, la scrittura di Guy colpisce per l’originalità del linguaggio e per la potenza del messaggio.

Il  talent letterario itinerante, giunto alla decima edizione, ha l’obiettivo di scovare nuovi talenti, promuovere la lettura e valorizzare le biblioteche come luoghi di partecipazione e di promozione culturale. Tra le novità della decima edizione, la Scuola Holden metterà in palio un corso di scrittura e sarà istituito il Premio Archimedebook, riservato agli under 35, che prevede la pubblicazione di una raccolta di racconti sui temi indicati dall’organizzazione.
Il primo e secondo classificato riceveranno rispettivamente un premio in denaro di 1.500 euro e 750 euro. Saranno inoltre messi in palio il Premio Italo Calvino, con la partecipazione gratuita al prestigioso premio letterario; i Premi Golem e Leone Verde, con la pubblicazione dell’opera; il Premio Miraggi costituito da una lampada artistica fatta di libri; i Premi Indice dei Libri del Mese, Fondazione Circolo dei lettori, Pagina 37 e il Premio Archimede per gli under 35, con la pubblicazione del proprio racconto nella raccolta Archimedebook.

L’Incipit di Donatella Corti

La novella è un racconto breve perché brevi sono gli istanti di follia o lucidità nei quali tutto si decide. L’alfabeto è una forma di ordine nel caos dell’esistenza, o un modo per leggere le variabili sfaccettature del prisma della vita. Credo sia arrivato il momento: non per età o per sovrabbondanza di tempo, ma per dare al tempo e agli anni che rimangono una forma più consapevole e riordinare i fili che se ne stanno aggrovigliati nella mia borsa. Così mi ritrovo con queste 21 carte da giocare: lo scopo è un solitario che possa ispirare chi lo guarda insieme al calderone, il pentolone zuppo di ottimismo nel quale sono caduta da piccola e che mi accompagna in questo viaggio e che ho scoperto essere di grande aiuto. Ma perché ogni lettera una storia? Perché nei momenti più difficili a chi mi chiedeva come stessi, rispondevo da quale lettera dovessi iniziare: le avevo tutte! Da lì ho iniziato a riflettere sotto quale lettera dovessi catalogare ciò che mi accadeva.

L’Incipit di Guy Chenal

Purtroppo, mio padre è un non morto. Non è rimasto nulla di lui, solo un rullino di foto della vacanza al mare e qualche rantolo mostruoso. Si dice che per uccidere uno zombie sia necessario staccargli la testa, ma per crearlo cosa bisogna fare? Ogni volta che sento le sue farneticazioni tremo di paura, non voglio diventare anch’io così. Quelle parole, quel balbettio insensato, quei rumori familiari sono una facciata. Sono solo un’imitazione di un tono affettuoso, un’esca per farti avvicinare e poi ZAC! scatta la trappola della confidenza. Se fosse uno zombie sarebbe facile; mira alla testa, non farti mordere, ma questo è un morbo diverso. Si diffonde per via aerea, non presenta sintomi visibili e si annida nel cervello come un tarlo che infetta i ricordi trasformando la persona nell’ombra di sè stessa. Purtroppo, mio padre è un fascista.

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