Due valdostani protagonisti del film “Race for Glory”

Il film con Riccardo Scamarcio racconta della grande sfida tra Audi e Lancia durante il Campionato del mondo di rally del 1983 e uscirà al cinema il 5 gennaio negli Stati Uniti e il 29 febbraio in Italia. Il rallysta Simone Goldoni interpreta il pilota Markku Alén, i caschi del film aerografati da Salvatore Cosentino.
Simone Goldoni Race for glory
Cultura

Il caso, a volte, prende strade strane. Strade polverose o ghiacciate, con curve a gomito da affrontare in derapata. Ed è proprio una di queste strade che ha portato – per caso, appunto – due valdostani a prendere parte, ognuno nel proprio settore, a “Race for Glory – Audi vs Lancia”, nuovo film dedicato al mondo del rally in uscita al cinema il 5 gennaio negli Stati Uniti ed il 29 febbraio in Italia.

Il film, inizialmente intitolato “2 win”, è diretto da Stefano Mordini e vede la partecipazione di Riccardo Scamarcio e Daniel Brühl, e racconta della grande sfida tra Audi e Lancia durante il Campionato del mondo di rally del 1983. Al volante di una di quelle macchine storiche ci capiterà di vedere spesso Simone Goldoni, rallysta e maestro di sci di Gressoney, mentre i caschi che vedremo saranno stati aerografati dall’aostano Salvatore Cosentino.

Simone Goldoni interpreta Markku Alén

Tutto risale a quasi due anni fa, visto che le riprese sono di maggio 2022. Goldoni interpreta Markku Alén, pilota finlandese della Lancia soprannominato “Maximum Attack” che, proprio nell’83, vinse il Rally di Sanremo. “Cercavano dei piloti che fossero in grado di gestire quelle macchine”, spiega il giovane valdostano. “Ho fatto il provino a Roma e poi sono stato selezionato. Dovevano essere solo poche giornate, invece alla fine le riprese sono durate quasi tre mesi”.

Simone Goldoni e Enrico Oldrati Race for glory
Simone Goldoni e Enrico Oldrati Race for glory

Le scene sono stata girate sulle strade di Sanremo, Roma, Civitavecchia, Toscana. “È stata un’esperienza fantastica soprattutto per l’opportunità di guidare delle macchine che hanno fatto la storia del rally: sono impegnative, delicate e molto costose. Ho avuto la conferma – ma già lo sapevo – che un tempo i piloti dovevano essere davvero tosti per guidare queste vetture: niente idroguida, niente servofreno, quasi tutto meccanica”.

 

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Un’esperienza particolare anche per l’aspetto “cinematografico”: “È stato strano”, continua Goldoni. “Anche se non ho battute, ero a tutti gli effetti un attore e sono sempre stato trattato come uno del cast. Avevamo il nostro camerino, venivamo truccati, andavamo a cena con Scamarcio. L’ambiente cinematografico è molto particolare, spesso le scene venivano ripetute tante volte, in alcune c’erano delle discrepanze negli assetti che un occhio tecnico può notare, ma non era possibile fare altrimenti”.

I caschi del film Race for Glory aerografati da Salvatore Cosentino

Probabilmente Goldoni non lo sapeva, ma i caschi che ha indossato erano stati preparati da mani valdostane. Salvatore Cosentino, con altri sei artisti degli Aerografisti Italiani Riuniti, ha passato tre giorni “di fuoco” a inizio maggio 2022.

Race for glory Salvatore Cosentino
Race for glory Salvatore Cosentino

“È stata una faticaccia, in tre giorni abbiamo realizzato 38 repliche di caschi per il film”, dice l’insegnante aostano. “Siamo stati contattati dalla Osbe, che produce i caschi, 5 giorni prima. Ci siamo detti ‘È follia pura visti i tempi ristretti, come facciamo?’. Ma se non ci conoscessimo da tempo non ci saremmo riusciti. Ci siamo organizzati alla perfezione, anche grazie a due dei nostri che lavorano prevalentemente sui caschi e che ci hanno guidati. Abbiamo preparato le pellicole, i marchi, i loghi, i nomi, e ci siamo messi al lavoro dal mattino alla sera per tre giorni”.

I sette aerografisti (oltre a Cosentino c’erano Mario Romani, Andrea Verdelli, Enrico Bertagnoli, Roberto Baldo, Danilo Vadori, Fabio Sette) hanno trovato a Torino una scuola di salesiani dove si fanno anche corsi per carrozzieri, quindi già attrezzata per le loro esigenze. “Ci siamo divisi i compiti, visto che siamo un gruppo di lavoro allargato e abbiamo competenze diverse”, spiega ancora Cosentino. “Avevamo i riferimenti per riprodurre in modo fedele i caschi dell’epoca con anche tutte le indicazioni relative ai colori e alle grafiche. È stata una bella sfida, un lavoro particolarmente impegnativo ma molto gratificante”.

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