Dopo l'ultimo riconoscimento ricevuto in terra valdostana – il premio Film commission al Cervino Cinemountain per Sagre Balere – il regista Alessandro Stevanon è stato chiamato a prendere parte al Festival di Venezia.
Il cortometraggio "Il tratto" diretto da Stevanon (sceneggiatura di Claudio Giordano e Alessandro Stevanon) sarà presentato infatti alla 74a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica della laguna, per il Premio “MigrArti Venezia”. Prodotto da Redibis Film, con il contributo di “MigrArti – Cinema” e della Film Commission Valle d'Aosta.
Il film, prodotto da Daniele Segre, racconta la storia di Federico, 11 anni, interpretato da Mattia Musa. Silenzioso e riflessivo, Federico è come invisibile, a casa e a scuola. Suo padre è distratto dal lavoro, sua madre piuttosto che stabilire un vero rapporto con lui è troppo impegnata a preoccuparsi che il bambino non prenda malattie, che sia sempre puntuale e in ordine.
Una mattina Federico, mentre cammina per andare a scuola, scivola e si sbuccia le ginocchia. Si siede sul bordo del marciapiede e osserva le piccole striature rosse sul suo ginocchio. Al centro della piazza un anziano signore senegalese (Mohamed BA) accovacciato, lo osserva, sfrega qualcosa per terra, poi torna a guardarlo. Federico è sorpreso, ma in ritardo per la scuola, si alza.
Al ritorno da scuola Federico nota che l'uomo anziano, ancora accovacciato al centro della piazza deserta, sta disegnando qualcosa. Il bambino si avvicina e guarda per terra colpito: l'uomo ha disegnato col gessetto nero un ritratto di Federico seduto da solo sul marciapiede. Il bambino decide di seguire l'uomo fino a casa e, prima diffidente, poi deciso, entra.
L'ambiente è un vecchio magazzino; fili leggeri di cotone attraversano la stanza da una parete all'altra. Ad ogni filo sono appesi decine di ritratti, in ognuno spicca un elemento rosso. Il bambino percorre incantato la ragnatela. “Cosa sono?” chiede “Storie” risponde l'uomo sorridendo. Il signore senegalese regala due gessetti a Federico, uno nero e uno blu. La sera, a casa, Federico davanti allo specchio prova a disegnare il suo volto senza successo.
L'indomani confessa al signore senegalese di non essere capace a disegnare. L' uomo sorride e mentre ritrae una donna dall'altro alto della piazza spiega al bambino le basi del disegno e l'importanza dei dettagli: sono i questi a rendere ogni persona unica. È l'inizio di un'amicizia basata sul disegno, sui dettagli che rendono una persona unica e sul conoscere se stessi tramite lo sguardo dell'altro.