Un sogno che si realizza due volte, sulle orme del papà. Dopo aver vinto, lo scorso settembre, il concorso da trombone basso nell’orchestra del Teatro La Fenice di Venezia, il musicista valdostano Riccardo Ceretta – 31 anni, di Donnas – eccelle anche a Torino, assicurandosi un posto nell’orchestra del Teatro Regio. Trent’anni fa, suo padre, il trombettista Ercole Ceretta, aveva fatto lo stesso percorso, entrando nell’orchestra sinfonica nazionale della Rai, sempre nel capoluogo piemontese.
“Per me è il raggiungimento di un obiettivo che avevo in testa – racconta il giovane musicista, che per questo mese suonerà con l’orchestra de La Fenice di Venezia per poi spostarsi da dicembre a Torino -. La mia scelta è ricaduta su questa seconda opportunità sia perché sono più vicino a casa sia perché fin da quando ho iniziato a studiare musica i miei punti di riferimento erano l’orchestra di mio papà e l’orchestra del Teatro Regio”.
In questi anni, il musicista valdostano ha suonato in molti teatri italiani, da Parma a Bologna, da Roma a Bari. “La cosa positiva di essere stabile in un’orchestra e che non sarò più costantemente in viaggio – aggiunge -. Vivrò a Pont-Saint-Martin e mi sposterò a Torino per le prove e i concerti. La mia vita cambierà molto e mi fa persino un po’ strano l’idea di tornare a casa”.
Proprio lì, dove tutto è cominciato, tra il pianoforte, la fisarmonica e la passione per la musica di un papà trombettista. “Verso i 17 anni ho iniziato a suonare il trombone nella banda musicale di Donnas e a frequentare il Conservatorio di Aosta. All’inizio vedevo la musica come un divertimento poi andando avanti negli studi ho scoperto che poteva essere un’opportunità, una strada che poteva piacermi”.
Dopo aver frequentato l’accademia del Teatro alla Scala di Milano e aver conseguito un master all’Haute École de Musique di Ginevra, Ceretta ha iniziato a lavorare in varie orchestre soprattutto in Italia e a prepararsi per le audizioni e i concorsi. “Nel mio percorso sono stato un pochino avvantaggiato perché avendo l’esempio di mio papà in casa che fa questo mestiere avevo un’idea abbastanza precisa di cosa dovevo fare e dove volevo arrivare – spiega -. È una vita di sacrifici fatta di studio quotidiano. Ci vuole molta costanza anche per superare tutte le porte in faccia e le delusioni. La strada spesso è in salita e ci sono tanti ostacoli da superare ma sono convinto che con la costanza e lo studio si può arrivare dove si vuole. Non è un mondo facilissimo ma ora si stanno aprendo varie opportunità nelle orchestre. Non è facile vincere i concorsi perché c’è molta concorrenza, anche dall’estero”.
La soddisfazione più grande per il trombonista di Donnas è di essere riuscito a fare della sua passione il suo lavoro. “Al giorno d’oggi non è una cosa scontata – dice -. Io sono una persona piuttosto introversa e, oltre a essere il mio lavoro, la musica mi permette di far uscire delle emozioni che non riuscirei ad esternare con le parole”. E ora sarà ancora la musica a regalargli l’emozione più bella di tutte, quella dell’esordio nell’orchestra del Teatro Regio di Torino: “Anche se ci ho già suonato sarà per me una prima volta, da componente stabile finalmente”.