Jovanotti al Forte di Bard per la prima edizione del Premio Mogol

Il cantante toscano riceverà sabato prossimo, 7 giugno, un « tatà » in oro da 15mila euro per la canzone "Fango".
Cultura
« Io lo so che non sono solo anche quando sono solo, io lo so che non sono solo, io lo so che non sono solo anche quando sono solo. Sotto un cielo di stelle e di satelliti tra i colpevoli le vittime e i superstiti, un cane abbaia alla luna un uomo guarda la sua mano, sembra quella di suo padre quando da bambino, lo prendeva come niente e lo sollevava su era bello il panorama visto dall'alto, si gettava sulle cose prima del pensiero la sua mano era piccina ma afferrava il mondo intero… »

Ecco uno stralcio della canzone che si è aggiudicata la prima edizione del Premio Mogol, destinato all'autore del miglior testo dell'anno e istituito dalla Regione autonoma valle d’Aosta. E’ «Fango» la canzone di Jovanotti che sta spopolando ormai da tempo tra le radio, inserita nell’album «Safari 2008». L’acclamazione popolare e dei fans della canzone viene così confermata anche dalla giuria del Premio presieduta dallo stesso Mogol e composta da Barbara Palombelli, Aldo Cazzullo e Linus che hanno scelto questo testo tra una lista di 35 brani presentati.

Il Premio Mogol, un Tatà d'oro da 15 mila euro, verrà consegnato al cantante toscano, sabato prossimo, 7 giugno al Forte di Bard.

 
 Questa la motivazione che Mogol ha espresso in merito al Premio assegnato al brano di Jovanotti: “Sono convinto che il valore poetico non sia frutto di abili compiacenze letterarie o di effetti più o meno scioccanti di parole ben formulate che possono suscitare persino delle emozioni. Per me poesia è aderenza alla vita senza filtri né riserve, la forza del pensiero davvero vissuto, l’acuta sofferenza che diventa  parola o il brivido di gioia che esplode nel cuore e si liquefa nella lacrima. E’ fotografia senza cornice d’argento che riverbera ugualmente luce su  un sentimento rivissuto per un attimo.E’ delusione profonda annacquata  dalla rassegnazione. E’ gusto e disgusto. Tenerezza e rabbia senza freni. E’ istinto, impulso. Passato e presente che si incontrano o si scontrano. Fiori di campo improvvisamente sbocciati sull’anima, grida disperate contro l’ingiustizia. Ma soprattutto è innocenza. La poesia è materia, materia umana come la mano rugosa del papà di Lorenzo. Molto di tutto questo è contenuto nel bellissimo testo di Jovanotti ed è per questo che Barbara Palombelli, Aldo Cazzullo, Linus ed io abbiamo deciso di premiarlo con il primo Premio Mogol”.

 
 
 
 

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