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La scultura di Enrica Berselli vince la prima edizione di Artealta

Le 20 opere finaliste del concorso internazionale si potranno visitare dal 29 agosto al 1 ottobre 2024 alla Collegiata dei Santi Pietro e Orso di Aosta. 
Cultura

Senza umane interferenze, scultura in cera di Enrica Berselli vince il primo premio della prima edizione del concorso internazionale di arte contemporanea ARTEALTA, organizzato e promosso in collaborazione con Galleria Inarttendu di Aosta e patrocinato dal Consiglio regionale della Valle d’Aosta.

 

La mostra delle 20 opere finaliste, presentata da Alina Art Foundation di L’Aia, sarà visitabile dal 29 agosto al 1 ottobre 2024 alla Collegiata dei Santi Pietro e Orso di Aosta.

La paura è il tema con cui gli artisti e le artiste partecipanti si sono misurati/e, esplorandone l’ampio e complesso spettro emozionale, spirituale e intellettuale, sfidandone la percezione tradizionale per trovare un terreno fertile per l’analisi, la riflessione e la trasformazione. Il contest ha invitato a scrutare nelle profondità di questa emozione indagandone la pluralità di declinazioni: la paura come motore di cambiamento, come fattore fondante dell’ansia collettiva e, al contempo, elemento che influenza e condiziona la quotidiana esistenza degli individui.

Le venti opere sono state selezionate da una giuria di cinque esperti tra oltre quattrocento candidature da diciotto paesi del mondo.
Oltre al primo premio a Berselli, è stato assegnato il secondo premio ex aequo a Balaena, video di Alessia Lupo Cecchet e all’opera fotografica della serie Coreografie di cura e resistenza di Marijke de Pous: terzo premio a Homo exodus, installazione di Brigitte Amarger. Due le menzioni speciali, a Laura Mega per Ceasefire e al duo Patera & Sbra Perego con l’opera di fiber art Can you understand? 

Gli altri finalisti del concorso sono: Marta Amorocho, Alessandro Botti, Savina Capecci, Susanna Cati, Francesco Di Giovanni, Juris Efneris, Rana Feghali, Orazio Garofalo, Annalisa Lenzi, Lucia Bubilda Nanni, Mohammad Sorkabi, Elisabeth Tronhjem, Daphne van de Velde e Lisa van Noorden.

 

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