Il suonatore di flauto, l’automa progettato e realizzato dall’inventore valdostano Innocenzo Manzetti nel XIX secolo, è stato prestato al Technisches Museum di Vienna dove sarà esposto dal 17 dicembre 2020 al 20 maggio 2022, nell’ambito della mostra Intelligenza artificiale.
Si tratta di un’esposizione per riflettere sul ruolo dei robot nella nostra vita e nella nostra quotidianità. Un’occasione importante per immergersi in una sorta di Wunderkammer robotica utile a sondare le origini, gli sviluppi e i nuovi, repentini e sorprendenti orizzonti dell’intelligenza artificiale.
Col supporto del BMK (il Ministero federale per la protezione del clima, l’ambiente, l’energia, la mobilità, l’innovazione e la tecnologia), il Technisches Museum si propone, così, di fare luce sugli aspetti tecnico-scientifici, ma anche sui miti creatisi intorno al tema dell’innovazione tecnologica e di quel settore particolare chiamato ars electronica.
L’automa del genio manzettiano, frutto di un lavoro iniziato nel 1840 e durato tutta la vita con costanti perfezionamenti, sbalordì il mondo intero; considerando gli attuali robot capaci di comporre musica e suonare uno strumento, senza tema di smentita possiamo riconoscerne, ancora oggi, la straordinaria modernità.
Il Suonatore di flauto, del tutto simile ad un uomo per statura, forma e fattezze, composto di ferro e acciaio, rivestito di pelle di camoscio e con un volto di porcellana, tramite l’aria compressa che veniva immessa nel flauto, poteva suonare fino a dodici arie diverse in base ad un programma registrato meccanicamente su un cilindro attraverso un macchinario simile a quello delle pianole meccaniche.
“La Feuille d’Aoste” del 1 ottobre 1861 evidenzia come all’epoca, purtroppo, Manzetti non riuscì a far conoscere questa sua eccezionale invenzione e che la meraviglia che avrebbe dovuto girare l’Europa, rimase silenziosa e inattiva in un piccolo atelier della città” – ricorda l’Assessore ai Beni Culturali, Turismo, Sport e Commercio, Jean-Pierre Guichardaz.- “E’ con grande piacere e profonda soddisfazione che, rispondendo alla richiesta del Technisches Museum di Vienna, possiamo dunque valorizzare ulteriormente la conoscenza di Innocenzo Manzetti e del suo genio decisamente in anticipo sui tempi attraverso un automa emblematico della continua ricerca dell’alter ego robotico iniziata col Servo automatico nel III secolo a.C. “