Enfanthéâtre si prepara a lanciare la sua 22ª edizione, annunciata da poco. Oltre al programma e all’ottenimento dell’alto patrocinio del Parlamento europeo una delle novità è la “casa” della storica rassegna aostana per bambini: quel teatro Giacosa rinnovato e riaperto dopo i lavori di efficientamento e adeguamento.
Ma la nuova edizione di Enfanthéâtre avrà un’altra novità: l’Elfo, simbolo classico della rassegna, ha subito un deciso restyling, presentato anche sui canali social attraverso un motion design curato da Jolanda Flarè.
“Tempo fa Christine Valeton ha dato vita al nostro storico Elfo – si legge sul profilo Instagram della kermesse –, che ci ha accompagnato attraverso numerose edizioni di Enfanthéâtre, e oggi, attraverso un pizzico di magia digitale, il talento di Annie Roveyaz gli ha donato un nuovo aspetto”.
Un nuovo elfo che diventa “un modo simbolico per dire che, anche se cambiano i tempi e cambiano le forme, l’essenza rimane la stessa: portare gioia, divertimento e cultura a tutti i bambini”.
Sempre dai canali social della rassegna, la stessa Annie Roveyaz racconta il suo lavoro: “Dare nuova vita all’Elfo di Enfanthéâtre è stata un’impresa molto difficile ma allo stesso tempo stimolante – spiega l’illustratrice –. Non era semplice cercare di rendere più vivo e riconoscibile un personaggio che per anni, anche quelli della mia infanzia, ha avuto un’identità e un volto ben preciso”.
“Non volevamo snaturarlo perché, nella mente dei bambini, anche quelli cresciuti, l’Elfo era l’immagine di Enfanthéâtre ma dovevamo allo stesso tempo renderlo più definito – aggiunge Roveyaz –. Ecco che, allora, ho lasciato che la bimba che ha assistito agli spettacoli incontrasse l’illustratrice che sono ad oggi e, senza troppo pensarci, giocando con i colori e il mio stile, è venuto fuori questo nuovo elfo”.
Un elfo “vibrante di colore, allegro e con le braccia aperte. Delle braccia pronte ad abbracciare e ad accogliere tanti nuovi bambini oggi e nei prossimi anni. Delle braccia aperte pronte a far spiccare il volo verso mondi nuovi. Delle braccia che fanno da ponte tra passato e presente“, chiude l’illustratrice.