Leonardo Sinopoli “torna a casa” e con la Saison insegna ai valdostani a viaggiare per tornare

L'artista valdostano debutta alla Saison Culturelle, portando allo Splendor il suo progetto multidisciplinare. Una performance, quella di ieri sera, che insegna ai valdostani che anche quello che non conosciamo può portarci lontano se si ha il coraggio di viaggiare.
Lo spettacolo Cardo Decumano
Cultura

Leonardo Sinopoli lo aveva annunciato: Cardo Decumano è uno spettacolo che indaga il concetto di “casa”, e così è stato.

Cardo Decumano – andato in scena allo Splendor ieri sera, sabato 9 novembre – segna il debutto di Leonardo Sinopoli nella sua Aosta, in quel Cardo Decumano appunto che spesso può imprigionare, soffocare, chiudere, nella stessa rigidità strutturale che la pianta romana dà alla città, ma che, se guardato da un altro punto di vista, può regalare la voglia di partire e scoprire altri orizzonti. Tornare? Sì, Cardo Decumano fa anche ritornare, mai uguali a prima.

Cardo Decumano Sinopoli
La performance Cardo Decumano.

Mathieu Gorelli è già in scena mentre il pubblico prende posto, la sua opera farà da sfondo a tutta la performance di danza pensata, messa in scena e coreografata da Sinopoli. Come un paesaggio fuori dal finestrino durante un viaggio in treno, mentre il tempo viene scandito dalla performance di Laura Tutolo, Marta Papaccio, Eugenio Micheli e Leonardo Sinopoli e dalle musiche curate da MuXiMa (rigorosamente dal vivo), la visual art di Gorelli si crea, prende forma e profondità rimanendo comunque sino alla fine in qualche modo incompleta, sempre posizionata su un cantiere, che può essere, se al viaggiatore va, il potenziale della città, quel poter essere che spesso non è, quella voglia di energia che spesso non può esplodere stretta in quel Cardo Decumano.

Cardo Decumano
La performance Cardo Decumano.

Eppure l’energia alla fine esplode, perché la voglia di orizzonti è tanto incontenibile quanto insondabile e relativa a ognuno: così è l’opera di Sinopoli, un vestito che ognuno può sentire suo e vestire, un viaggio che ognuno può intraprendere o forse no, ma che alla fine permette di riprendersi lo spazio fisico necessario, quella casa che può proteggere senza soffocare e che richiama a sé chi fugge, in una danza ancestrale scandita da battiti e vibrazioni.

Sinopoli, senza parole, insegna ai valdostani che anche quello che non conosciamo può portarci lontano se si ha il coraggio di viaggiare. E la sua arte fa viaggiare. Può intimidire, ma il viaggio, anche se fuori dagli schemi del Cardo Decumano di romana memoria, alla fine li riporta a casa.

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