Un antico sapere celebra 30 anni di vita, o meglio, è l’associazione che conserva il “savoir faire” e continua a tramandarlo ai posteri con passione a festeggiare il trentennale. Mani veloci, da lungo tempo, continuano a passarsi una tecnica artigianale ricca di tradizione dove cultura, flora, fauna e simbologia si mescolano a fili di lino, animando motivi geometrici e regolari unici, tra giochi di equilibrismo di dita che intrecciano velocemente fili tesi e fuselli in una foresta di spilli. E la tradizione non è solo nel disegno ma anche in ogni punto che ha un nome rigorosamente in patois: gran d’ordzo, fioc, pecot, tséinetta, fenétra, aragne, oué de pernì, dén de la ressa, rat …e tanti altri ancora.
Oggi, martedì 27 dicembre a Cogne, presso la Maison de Cogne Gérard-Dayné, si celebra il XXX anniversario della fondazione della Cooperativa “Les Dentellières de Cogne”. Alla presenza delle autorità regionali, l’appuntamento ripercorrerà queste tre decadi di attività e sarà questa l’occasione per consegnare gli attestati ai soci fondatori della Cooperativa. A fine cerimonia poi sarà presentata l’opera scultorea in legno di Giuseppe Binel, regalo dell’Amministrazione regionale alla Cooperativa, raffigurante la Dentellière Bibiana Truc, presente alla cerimonia, maestra fin al 1959 nell’esecuzione e nell’insegnamento di questa straordinaria tecnica artigianale. I prodotti delle Dentellières oggi si possono vedere e acquistare presso la “Maison di Pitz” di Cogne, vero e proprio scrigno di piccoli tesori, dove è allestito un piccolo museo con costumi tradizionali, colletti, collane, vecchie fotografie, documenti vari ed esempi di merletti realizzati in alcune località italiane e straniere.
Il termine dentelles
Il nome è un diretto riferimento alla parola francese dent, dente, a richiamare le frange merlettate utilizzate come unico ornamento di quel drap nero con cui era fatto l’abito tradizionale di Cogne. Oggi l’utilizzo del pizzo invece è molto più vario e arricchisce tovaglie, lenzuola, asciugamani, copriletti, centrotavola, continuando ad abbellire il costume di Cogne,
Tra storia e leggenda
Si dice che la tecnica di lavorazione sia stata importata da un gruppo di suore benedettine in fuga dall’abbazia di Cluny, verso la metà del Seicento, in seguito a diatribe religiose e politiche. Si fa riferimento in particolare a Honorée Guichardaz, donna di Cogne, che nel 1853 era stata ospite presso suo fratello Basile, parroco di Saint-Nicolas, dove le suore benedettine di origine cluniense avevano fondato un piccolo convento. Honorée imparò da loro a lavorare coi fuselli e una volta rientrata a Cogne insegnò tutto quello che aveva appreso alle sue compaesane. La due Guerre determinarono una lunga pausa e la rinascita delle dentelles ripartì nel Dopoguerra grazie all’insegnante Anaïs Ronc- Désaymonet e all’intervento dell’Amministrazione regionale.