Grazie ai sopravvissuti e alle loro testimonianze, ai libri di storia e ai mass media, all’arte e alle nuove tecnologie, sull’orrore dei campi di concentramento nazisti sappiamo ormai tutto. O almeno così crediamo. Perché in realtà, a distanza di quasi settant’anni, i luoghi in cui si è consumata la più grande tragedia dell’umanità, hanno ancora qualcosa da raccontare.
“Visitare Auschwitz ti segna in maniera indelebile: è un’esperienza unica, difficile da spiegare a parole”. Il fotografo valdostano Stefano Sarti ha trovato comunque un modo per farlo, attraverso le sue fotografie. Un anno fa, si è imbarcato sul Treno della Memoria con alcuni ragazzi delle scuole superiori, per visitare il ghetto di Cracovia e i vicini campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau, cercando di catturare con l’obiettivo le emozioni raccolte nel silenzio del gelido inverno polacco. Oggi la sua testimonianza di quel viaggio è affidata a trentacinque scatti, esposti alla biblioteca regionale di Aosta, fino al 12 di febbraio.
“Ho cercato un punto di vista particolare – ha spiegato Sarti, con gli occhi lucidi e la voce rotta, durante l’inaugurazione della mostra – privilegiando i dettagli, come l’onnipresente filo spinato, i giocattoli dei bambini prigionieri o i capelli delle vittime, tagliati prima della cremazione e ammassati in attesa di essere rivenduti alle industrie tessili. E poi ho deciso di desaturare le immagini, rendendole tutte più grigie, slavate, perché oltre al nero del fango e al bianco della neve, tra quelle mura non c’è più colore”.
Immagini forti ma necessarie per riuscire a tramandare il ricordo di un passato che non deve essere dimenticato, soprattutto dalle nuove generazioni. “Il progetto Treno della Memoria, ideato dall’Associazione di promozione culturale Terra del Fuoco e sostenuto dalle istituzioni valdostane – hanno spiegato le autorità regionali presenti – nasce proprio come ricerca della nostra memoria e delle nostre origini, in un periodo in cui le testimonianze dirette delle deportazioni di migliaia d’innocenti nei campi di sterminio cominciano a diradarsi”.
Il Treno della Memoria ripartirà, dal 19 al 25 gennaio, coinvolgendo nel progetto le istituzioni scolastiche valdostane d’Istruzione tecnica, commerciale e per geometri e professionale di Châtillon, Istruzione tecnica, commerciale e per geometri di Aosta, Institut Agricole régional di Aosta, Istruzione classica e artistica di Aosta e l’Istituto professionale regionale alberghiero di Châtillon.
Guarda la Fotogalley di Sarti – reportage dei viaggio nel 2010