L’inferno di Auschwitz raccontato nella mostra fotografica di Stefano Sarti

Saranno esposti presso la biblioteca regionale di Aosta, fino al prossimo 12 febbraio, gli scatti del fotografo valdostano Stefano Sarti. Immagini dai campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau.
Auschwitz-Birkenau di Stefano Sarti.
Cultura

Grazie ai sopravvissuti e alle loro testimonianze, ai libri di storia e ai mass media, all’arte e alle nuove tecnologie, sull’orrore dei campi di concentramento nazisti sappiamo ormai tutto. O almeno così crediamo. Perché in realtà, a distanza di quasi settant’anni, i luoghi in cui si è consumata la più grande tragedia dell’umanità, hanno ancora qualcosa da raccontare.

“Visitare Auschwitz ti segna in maniera indelebile: è un’esperienza unica, difficile da spiegare a parole”. Il fotografo valdostano Stefano Sarti ha trovato comunque un modo per farlo, attraverso le sue fotografie. Un anno fa, si è imbarcato sul Treno della Memoria con alcuni ragazzi delle scuole superiori, per visitare il ghetto di Cracovia e i vicini campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau, cercando di catturare con l’obiettivo le emozioni raccolte nel silenzio del gelido inverno polacco. Oggi la sua testimonianza di quel viaggio è affidata a trentacinque scatti, esposti alla biblioteca regionale di Aosta, fino al 12 di febbraio. 

“Ho cercato un punto di vista particolare – ha spiegato Sarti, con gli occhi lucidi e la voce rotta, durante l’inaugurazione della mostra – privilegiando i dettagli, come l’onnipresente filo spinato, i giocattoli dei bambini prigionieri o i capelli delle vittime, tagliati prima della cremazione e ammassati in attesa di essere rivenduti alle industrie tessili. E poi ho deciso di desaturare le immagini, rendendole tutte più grigie, slavate, perché oltre al nero del fango e al bianco della neve, tra quelle mura non c’è più colore”.

Immagini forti ma necessarie per riuscire a tramandare il ricordo di un passato che non deve essere dimenticato, soprattutto dalle nuove generazioni. “Il progetto Treno della Memoria, ideato dall’Associazione di promozione culturale Terra del Fuoco e sostenuto dalle istituzioni valdostane – hanno spiegato le autorità regionali presenti – nasce proprio come ricerca della nostra memoria e delle nostre origini, in un periodo in cui le testimonianze dirette delle deportazioni di migliaia d’innocenti nei campi di sterminio cominciano a diradarsi”.

Il Treno della Memoria ripartirà, dal 19 al 25 gennaio, coinvolgendo nel progetto le istituzioni scolastiche valdostane d’Istruzione tecnica, commerciale e per geometri e professionale di Châtillon, Istruzione tecnica, commerciale e per geometri di Aosta, Institut Agricole régional di Aosta, Istruzione classica e artistica di Aosta e l’Istituto professionale regionale alberghiero di Châtillon.

 

Guarda la Fotogalley di Sarti – reportage dei viaggio nel 2010

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