Lorenzo Pontiggia: un sogno in danza da Aosta a New York, con il Royal Ballet di Londra nel cuore

Parte da lontano, da quando aveva sei anni, il percorso del 17enne aostano che a gennaio si giocherà la finale dello Youth America Grand Prix nella “Grande Mela” dopo aver già esordito anche al prestigioso Teatro alla Scala di Milano.
Lorenzo Pontiggia
Cultura

La carriera, le tappe bruciate grazie al talento, l'abnegazione ed il lavoro, la nostalgia di casa, la voglia di guardare ai prossimi appuntamenti ed un sogno, con un nome preciso e frastornante, di quelli che farebbero venire le vertigini a chiunque.

Vertigini che lui, Lorenzo Pontiggia, non sente, mentre attraversa il suo grande sogno fatto di duro lavoro quotidiano e di sudore, a migliaia di chilometri da casa sua, ad Aosta. Nato a Milano nel 2000 nel suo cuore, sin dalla tenera età di sei anni, c'era solamente la danza che in pochissimi anni l'ha portato a passare dall'Institut de Danse du Val d'Aoste e dal For Dance Institute Saint-Vincent fino ai fasti del mitologico Teatro alla Scala di Milano e alla École Supérieure de Danse di Cannes.

Una tappa che però è stata solo la rampa di lancio per Lorenzo, che nell'ottobre del 2015, in Messico, ha superato le semifinali dello Youth America Grand Prix, la più grande competizione internazionale per studenti di danza dai 9 ai 19 anni, e che a gennaio 2018 lo porterà alle finali a New York, lo snodo mondiale dell'arte, del teatro, della musica. E del ballo.

E partiamo da qui, dalla finale del prossimo anno, dalla 'Grande Mela' e da questi mesi che sta vivendo ad Orlando, in Florida. Cos'ha in serbo per questo appuntamento, Lorenzo lo spiega direttamente: “Sto preparando un 'passo a due' assieme ad una partner e due assoli. Da qui speriamo ne possa uscire una borsa di studio per lo Houston Ballet o il Royal Ballet di Londra”.

Un sogno, quest'ultimo, ma anche un obiettivo per chi come lui da tanti anni si sta impegnando nel mondo, anche se qualche 'nostalgia di casa' riaffiora qua e là dal 'pelo d'acqua': “Di sicuro – spiega – la lontananza ogni tanto si sente. Durante l'anno entri in una routine fatta di giornate di prove ed esercizi, dalle 10.00 del mattino alle 19.30 di sera, che ti fanno dimenticare che sei da solo e lontano. La sera, quando ti devi preparare da mangiare sei davvero da solo, e quando non fai niente arriva la mancanza di casa, come succede anche sul finire dell'anno”.

Ma i sogni sono grandi, e sono un 'motore' unico: “A 18 anni si può entrare nelle varie compagnie di danza – commenta ancora Lorenzo – e si ottengono i primi lavori. Fin da quando sono piccolo il mio sogno è Londra, la Royal Ballet”. Con Roberto Bolle nella testa: “Bolle – spiega ancora il ballerino – è sicuramente un riferimento per molti fattori: perché è italiano e perché a livello fisico mi ci ritrovo molto, anche come altezza. L'ho conosciuto più volte, una a Fénis nel 2009, e l'ho incontrato di nuovo quando ho ballato alla Scala. Ho avuto diverse occasioni di parlare con lui, e mi sempre ha spinto. Anche quando capita che io sia un po' giù i suoi video aiutano molto”.

Ed è proprio la “testa” a tendere verso il futuro ma a tenere un ragazzo così giovane ben ancorato al presente, coscio che quanto fatto finora è arrivato proprio perché non è solo il talento – per quanto indiscutibile – a fare la differenza in un mondo difficile, e spesso anche spietato, come quello della danza: “Il talento fa tanto – conclude Lorenzo – ma più fattori ti fanno diventare un ballerino: servono aspetto fisico, l'altezza giusta e sicuramente una grande preparazione a livello tecnico. Ma è la testa che fa molto, anzi forse fa la maggior parte del lavoro”.
Ad Aosta come sul palco di New York.

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