Un imponente stuolo di musicisti, 40 in tutto, sommando i maestri della grande orchestra ai membri della band che di solito l’accompagnano. Il concerto di Mario Biondi al Teatro Romano per la rassegna Aosta Classica offre da subito il colpo d’occhio del grande evento. La scenografia fa leva su quattro alte lampade, che Mario Biondi ha definito “come quattro candeline su una torta musicale”. Una torta a più piani si potrebbe definire la musica dell’artista siciliano, dai brani jazz internazionali alle canzoni legate
della cultura mediterranea, africana, sudamericana.
La voce di Biondi, che viene spesso accostata a quella del leggendario Barry White, si presenta calda e profonda fin dalle prime note. Tra i brani proposti, alcune perle di grandi artisti che già hanno illuminato quest’anno l’estate valdostana: Burt Bacharach e i Temptations. Di Bacharach la stupenda Close to You, cantata in duetto con Samantha Iorio e Something that was beautiful, il pezzo inserito nell’album If; dopodiché una roboante cover di My Girl, il classico scritto da Smokey Robinson, che scatena l’entusiasmo di un pubblico assai divertito e coinvolto. Successivamente, un paio di brani del cantautore brasiliano Nelson Motta e una carrellata di successi fino alla hit planetaria di This what you are.
Biondi ha proposto con questo grande spettacolo una interessante versione dei suoi brani, forse meno ritmati rispetto alle performance con gli Hive Five Quintet, ma con il ricco supporto degli archi della Ensemble Symphony Orchestra di Massa Carrara e della Big Orchestra tutta, sulla scia di grandi crooner americani come Frank Sinatra, anch’egli di origine sicule.