Mario Cresci, un fotografo per la Valle d’Aosta al castello Gamba

La mostra “Mon cher Abbé Bionaz! Mario Cresci un fotografo per la Valle d’Aosta” inaugura la stagione espositiva 2023 del castello. Un viaggio nel tempo che mescola fotografia e design omaggiando il territorio, la storia e la cultura valdostana.
Il fotografo Mario Cresci. Mostra del fotografo Mario Cresci al Castello Gamba Foto Alice Dufour
Cultura

La mostra del fotografo Mario Cresci inaugura la stagione espositiva 2023 del Castello Gamba di Châtillon, museo di arte moderna e contemporanea della Valle d’Aosta.

Le opere dell’artista, maestro della fotografia italiana, saranno esposte dal 1° aprile al 18 giugno prossimi. La mostra “Mon cher Abbé Bionaz! Mario Cresci un fotografo per la Valle d’Aosta”, curata da Luca Fiore e prodotta da Le Macchine Effimere, è un omaggio al territorio, alla storia e alla cultura valdostana. Un viaggio nel tempo che si estende verticalmente nelle tre sale del Castello Gamba attraverso le serie di immagini “Il mondo rurale”, “Mon cher Abbé Bionaz!” e “Fatti a mano”.

“Il mondo rurale”: i sedici scatti del 1990

Sedici scatti realizzati nel 1990, quando il fotografo Mario Cresci, nato a Chiavari nel 1942, arriva in Valle d’Aosta. Il mondo rurale valdostano è racchiuso nelle fotografie di Cresci. Le immagini ritraggono eventi, edifici, oggetti e mestieri legati alla tradizione: dalla festa delle mele di Gressan ai gesti del casaro intento a preparare fontina d’alpeggio all’Alpe Maisonnettes, fino a Donnas per il raduno delle bande.

Nel 1990 Mario Cresci viene invitato a partecipare al progetto confluito nella mostra “Viaggio fotografico nell’interno della Valle d’Aosta”, a cui presero parte grandi nomi della fotografia del Novecento come Luigi Ghirri, Mario De Biasi, Gabriele Basilico e Vasco Ascolini, affiancati ad alcuni artisti della Valle. È allora che il fotografo ligure si confronta con il tema del mondo rurale e si immerge nella cultura materiale del popolo valdostano.

“In Italia e in Europa si cercava di usare la fotografia come strumento di conoscenza della realtà. I fotografi vengono invitati a documentare. Non c’è il sentimentalismo che poteva affliggere molta della fotografia umanistica di quel tempo, ma c’è l’idea di vedere l’esito dell’uomo in azione” spiega il curatore Luca Fiore.

“Mon cher Abbé Bionaz!”: un mix tra fotografia e design

La seconda sala contiene le opere che Cresci realizza a partire da venti fotografie di inizio Novecento di Don Émile Bionaz (1862-1930), parroco di Saint-Nicolas.

I modi di approcciarsi agli scatti sono i più disparati. L’artista gioca con linee dei tessuti, ottoni che diventano note, volti punteggiati, altezze delle figure e scatti ridisegnati a matita. “Dialoga in modo più o meno giocoso con queste immagini. Il suo è un tentativo di gioco poetico, a volte ironico, altre volte più serio” spiega Fiore ricordando che Mario Cresci arriva dal mondo del design e per lui “l’idea di immagine è un’idea di progetto”. “Il percorso di Cresci mischia la fotografia al design. Al servizio l’una dell’altra” afferma ancora il curatore.

“Fatti a mano” dove la tradizione incontra il linguaggio contemporaneo

L’ascesa verticale si conclude nella terza sala con la serie di immagini “Fatti a mano”. A catturare l’attenzione del fotografo Mario Cresci, in questo caso, sono gli oggetti e gli utensili esposti al Museo dell’Artigianato Valdostano di tradizione (MAV) di Fénis. L’artista compone delle tavole, dove ridisegna le sagome che più lo hanno colpito: uno stambecco, un gallo, una mucca, un pastore, un uomo con fiasco e scopa per terminare con un paesaggio invernale che ritrae la Chiesa di Saint-Nicolas.

La serie “Fatti a mano”, che coniuga il linguaggio contemporaneo con i contenuti della tradizione, ha un duplice significato. “Il tema da valorizzare è l’homo faber. L’uomo che crea. Da un lato troviamo gli oggetti di artigianato raffigurati creati dagli artisti della tradizione, dall’altro le immagini disegnate a mano da Cresci e poi vettorializzate” conclude il curatore Luca Fiore.

Alla presentazione in anteprima della mostra fotografica c’erano, oltre al protagonista dell’esposizione e al curatore, la dirigente della struttura “Patrimonio storico-artistico e gestione dei siti culturali” Viviana Vallet.

Per maggiori informazioni su orari e tariffe della mostra “Mon cher Abbé Bionaz! Mario Cresci per la Valle d’Aosta”.

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