Amato Brunodet di Valtournenche, con i suoi 95 anni, continua ad essere presente in Fiera. “Ho cominciato a 14 anni, quando accompagnavo mio padre che esponeva lavori fatti al tornio. Poi per otto anni ho dovuto sospendere la mia presenza, ho fatto il soldato”. Non ha molto tempo per parlare alle prime luci dell’alba Amato Brunodet, intento ad allestire il suo banco, il numero 149 alle Porte Praetoriane di Aosta, un luogo storico che ben si addice a questo artigiano che, accompagnato dalla moglie, continua a dare indicazioni a chi lo aiuta a posizionare i suoi galletti. La sua è un presenza silenziosa, per molti passerà quasi inosservata, ma quel volto tra le migliaia di visitatori non ha valore, è l’essenza della Fiera che ci richiama tanti altri volti che nel passato amavamo ritrovare davanti ad un banco di legno numerato.
Quasi nella parte opposta della città, in via de Sales, al banco 1005, Alessandro Amato, classe 2002, ha tutta l’energia dei suoi 10 anni e l’entusiasmo delle prime fiere. Le sue cassette in pietra sono la testimonianza di una tradizione che si perpetua nel tempo e che trova nell’ambito familiare un terreno fertile: accanto ad Alessandro c’è il fratello Riccardo, insieme accolgono i visitatori che passano davanti al loro banco. Oltre che per il cartello, ben evidente, che recita “Le casette di Riccardo e Alessandro” l’occhio viene rapito dal sorriso dei suoi fratelli, solare in questo giorno dove i fiocchi di neve danno un’atmosfera d’altri tempi, quando la Fiera si svolgeva veramente nel bianco delle nevicate invernali, dove i sorrisi e lo stare insieme riscaldavano l’animo e il cuore di chi arrivava da vallate fredde e lontane.