Palazzo vescovile, riportati alla luce gli intonaci dipinti del Quattrocento

L’intervento è stato progettato dall’arch Costantini ed eseguito dalla ditta Novella Cuaz, sotto la direzione della Soprintendenza.
Intonaci dipinti sulla facciata del Palazzo vescovile
Cultura

Si sono conclusi i lavori, iniziati nella primavera del 2017, di manutenzione straordinaria e di restauro del pontile e delle facciate del Palazzo vescovile.

Durante l’intervento sono emersi degli intonaci dipinti e degli elementi lapidei lavorati risalenti al XV secolo, “il cui recupero ha permesso di restituire alla città una significativa testimonianza dell’aspetto esterno dei palazzi in epoca medievale”.

L’intervento è stato progettato dall’architetto Diana Costantini ed eseguito dalla ditta Novella Cuaz, sotto la direzione della Soprintendenza regionale per i beni e le attività culturali, che ha concesso anche un contributo.

La decorazione emersa insiste sulla parte occidentale del nucleo più antico del palazzo, circoscritta a est dall’innesto del pontile e a ovest da un corpo di fabbrica frutto dell’ampliamento settecentesco. Essa presenta un finto paramento murario a conci, interrotto dalla presenza di due finestre su due livelli, di cui quella superiore a crociera. In alto è dipinta una finta merlatura ornata da stemmi con figure affacciate tra un merlo e l’altro, di cui solo una chiaramente leggibile e raffigurante una guardia. Tre sono gli stemmi ancora conservati: lo stemma imperiale con l’aquila, lo stemma sabaudo con lo scudo crociato e lo stemma con i tre trifogli appartenente al vescovo Oger Moriset, che resse la sede episcopale augustana dal 1411 al 1433.

“L’insistente presenza del simbolo del trifoglio al centro di ogni concio della parete non lascia dubbi circa la committenza di questo vescovo,  – spiega una nota – che verosimilmente nel corso del secondo e del terzo decennio del Quattrocento, fece rimodernare e ornare la propria residenza episcopale, facendo anche realizzare il pontile di collegamento alla cattedrale (poi rifatto nella prima metà del XIX secolo nelle forme attuali)”.

Sugli sguinci delle finestre sono state rinvenuti e restaurati dei frammenti dipinti afferenti all’antica decorazione delle stanze interne. In particolare, accanto a ornati vegetali e architettonici, sullo sguincio destro della finestra inferiore è presente uno stemma forse riferibile ad Antoine di Vallaise, priore di Sant’Orso nella prima metà del XV secolo.

Ad epoca successiva appartiene invece lo stemma vescovile frammentario dipinto sulla parete in basso a destra.

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