Paul Klee, 120 opere di creatività e anticonformismo

Organizzata in collaborazione con il Zentrum Paul Klee di Berna e la Fondazione Antonio Mazzotta di Milano l’esposizione dal titolo “Eiapopeia. L’infanzia nell’opera di Paul Klee” presenta alcune opere mai esposte prima in Italia.
Paul Klee - Spielende Fische
Cultura

I signori critici dicono spesso che i miei quadri assomigliano agli scarabocchi dei bambini. Potesse essere davvero così! I quadri che mio figlio Felix ha dipinto sono migliori dei miei". Parole di Paul Klee che ci introducono all’evento espositivo estivo che sarà inaugurato sabato 25 giugno 2011, alle ore 18, al Museo Archeologico Regionale di Piazza Roncas ad Aosta. “Eiapopeia. L’infanzia nell’opera di Paul Klee” apre i battenti presentando un progetto espositivo realizzato dall’Assessorato regionale alla Cultura in collaborazione con il Zentrum Paul Klee di Berna e la Fondazione Antonio Mazzotta di Milano, e curato da Alberto Fiz.

La rassegna, il cui comitato scientifico è formato da eminenti studiosi italiani e stranieri quali Pietro Bellasi, Michael Baumgartner, Guido Magnaguagno, Gabriele Mazzotta e Juri Steiner, propone un tema cruciale della poetica di Klee attraverso 120 opere tra disegni, dipinti e tecniche miste, molti dei quali mai esposti prima d’ora in Italia.
Le opere vanno dal 1883, quando Klee bambino realizzava i suoi primi schizzi, sino al 1940, anno della sua morte. Dipinti, tecniche miste, acquerelli e disegni, accompagnate dalla serie di marionette realizzate da Paul Klee per il figlio Felix, ci testimoniano in modo particolare l’attrazione dell’artista per le forme semplici, ma al contempo evocatrici di fantasie e incantamenti e di una primitività che l’artista spiega come “disciplinata riduzione del tutto a pochi tratti” e “ senso dell’economia: in definitiva, perfetta capacità professionale, l’opposto della vera primitività”.

Il termine tedesco eiapopeia significa “ninna-nanna” riportando in questo modo la mente a ciò che è fantasia e libertà espressiva e a quell’universo dell’infanzia che ha sempre attratto Klee proprio per le sue caratteristiche primordiali: la creatività, la fantasia, l’anticonformismo, che sono diventati nella sua opera un modello cui ispirarsi. Ad affascinare Klee è la capacità di assoggettare il mondo non ad un processo razionale ma di puntare direttamente alla sua raffigurazione simbolica, saltando le convenzioni. L’innocenza diventa per Klee la sola guida per capire e rappresentare. Ovviamente il suo infantilismo grafico tutto era fuorché uno scarabocchio, ma il frutto di un calcolo attento e di una progettazione studiata.

Il percorso espositivo si apre con un disegno eseguito da Klee all’età di quattro anni, intitolato Bambin Gesù, e si conclude con una composizione del 1940, Uomo e albero, dove l’artista, con piena consapevolezza, tende ancora verso forme elementari mantenendo intatta l’ispirazione infantile. Il corpus pittorico e grafico è inserito in un percorso multimediale che propone proiezioni dei primi cortometraggi dei fratelli Lumière sull’infanzia, in una relazione diretta con gli anni di formazione di Klee.

Tra le tante riflessioni e temi che Klee ha affrontato nel suo percorso artistico ritroviamo nell’esposizione aostana anche quello degli angeli (tra le opere esposte, Angelo nel giardino dell’infanzia del 1939), che per Klee non sono né immortali, né divini: i suoi angeli hanno un corpo, sono imperfetti, ma nello stesso tempo appaiono come entità mediane, raffigurati con sagome informi e disegnati come fossero bambini, che sanno scoprire i segreti nascosti delle cose e appaiono in continuo divenire.

L’esposizione al Museo Archeologico si distingue anche per una serie di letture trasversali e in tale contesto si inseriscono le marionette realizzate da Klee per il figlio Felix tra il 1916 e il 1925. Si tratta di un mondo immaginario, dove l’artista realizza i propri personaggi utilizzando ogni tipo di materiale, da frammenti di abiti usati a gusci di noce, dal cartone alle prese elettriche: un’infinita serie di assemblages che strizzano l’occhio con ironia alle avanguardie storiche, siano esse Dada o il Bauhaus. Nell’ambito della rassegna è presentata la ricostruzione del teatro delle marionette, a cura di Andrea Comotti e Beatrice Laurora, basata sul modello creato da Klee.

L’Esposizione rimarrà aperta fino all’11 settembre 2011, tutti i giorni con orario 9 -19
 

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