“L’età dell’oro” è arrivata davvero per l’Orage, il gruppo valdostano che questa sera presenta all’Hiroshima Mon Amour di Torino, il nuovo album che, uscito martedì scorso è già arrivato alla 27esima posizione degli album più acquistati su Itunes Store. Che dire, speriamo davvero, e sono in tanti a sostenerlo, che i sette musici valdostani abbiamo trovato il filone d’oro fortunato in questa miniera che è il mercato musicale italiano. “Per ora ci interessa avere buone uscite e buone recensioni – aveva detto qualche settimana fa Alberto Visconti, il cantante del gruppo – Vogliamo rimanere ciò che siamo… tutti cercano di firmare con una major, noi ce l’abbiamo fatta, questo è già tanto”. Il concerto all’Hiroshima di questa sera, ore 22 ed entrata gratuita, presenta al pubblico il terzo disco de l’Orage, anche se in realtà per la platea nazionale è il primo disco ufficiale del gruppo. Il disco contiene una selezione del meglio dei due dischi “Come una festa” e "La Bella estate" con 3 brani inediti di studio, 3 estratti dal concerto con De Gregori, di cui una canzone del cantante romano rivisitata da l’Orage. Non manca ovviamente la “Teoria del Veggente” remixata, scritta da Visconti e cantata da Francesco De Gregori che al Palais si disse “onorato” di poterla cantare.
Tra i tanti che stasera saranno a Torino a sostenere Alberto Visconti (voce e chitarra), Remy Boniface (violino, organetto, ghironda e voce), Vincent Boniface (sassofono, clarinetto, cornamuse, flauto e voce), Florian Bua (batteria), Memo Crestani (chitarra e mandolino), Ricky Murrai (percussioni) e Stefano Trieste (basso), ci sarà anche Luciano Rebeggiani, direttore del settore Classica e Jazz di Sony Music, fan dei valdostani dei quali ha da subito notato la freschezza e l’originalità, tanto da metterli per l’appunto sotto contratto Sony.
Dal 18 giugno 2012, quando l’Orage vinse la XXIII edizione del concorso "Musicultura", con il brano "Queste ferite sono verdi" ricevendo anche i premi di miglior canzone, migliore musica e anche quello della critica, di strada i nostri giovani ne hanno fatta. Non è stata una corsa affannata, ma lenta e consapevole, perché L’Orage è quel che è: un gruppo di amici riuniti dalla musica che hanno ben chiaro in testa quel che vogliono e in che modo. Tra queste certezze una in particolare: restare quel che sono e portarsi dietro, sempre, l’energia e il contatto con quel pubblico che danza e canta sotto il palco, proprio come i topi fanno con il pifferaio magico…e sappiamo chi veste i panni del pifferaio in questo caso.