Pezzi di carbone, l’album di Stefano Frison non ha paura di sporcarsi le mani

Stefano Frison ha come caratteristica quella di cantare e scrivere di normalità, dote non scontata. Le sue canzoni sono sempre tese alla ricerca di vite vissute, di fatica e di uguaglianza.
Cultura

Stefano Frison torna a cantare la quotidianità. Il suo ultimo lavoro, “Pezzi di carbone”, raccoglie 5 brani, tutti diversi per tematica, ma che armonicamente compongono una certa idea di quotidianità che torna evidente nell’arte di Frison. La canzone che ha lanciato l’ep è La Mia Fabbrica e, come è facilmente intuibile, racconta della Cogne Acciai Speciali.

Scrivere e realizzare questo singolo per Stefano più che una fatica è stato un gesto d’amore, come lui stesso spiega: “Comporre La Mia Fabbrica è stato un momento senza fatica, tutto è arrivato da un sentimento spontaneo, semplicemente ho raccontato un po’ della mia vita quotidiana. Molti dei miei colleghi mi chiedevano di raccontare la fabbrica e ora sono orgogliosi di essere stati narrati. Nel bene o nel male rivendicano il loro senso di appartenenza”. Quest’ultimo lavoro del valdostano è un album sincero, molto operaio, sicuramente diretto e in grado di arrivare dritto al punto con una grande semplicità e la solita umiltà che contraddistingue il cantautore.

Come tutte le fabbriche, anche la Cogne vive di un dualismo eterno e complicato da risolvere: se da una parte è vista come il principale colpevole per l’inquinamento valdostano, dall’altra è la fonte di reddito per centinaia di famiglie, come quella di Stefano, che in Cogne lavora da 20 anni: “Oltre a essere un luogo di lavoro per me la CAS è la storia di Aosta e della sua urbanizzazione, specialmente se si pensa ai due quartieri alle estremità della città, nati per accogliere i lavoratori venuti dalle altre parti di Italia; è anche la storia di un cambiamento culturale passato attraverso l’immigrazione. Questa canzone è la naturale conseguenza dei miei 20 anni in fabbrica ed è anche un omaggio a tutte quelle famiglie che da generazioni lavorano per questa azienda”.

Stefano Frison ha come caratteristica quella di cantare e scrivere di normalità, dote non scontata. Le sue canzoni sono sempre tese alla ricerca di vite vissute, di fatica e di uguaglianza. Nelle altre canzoni c’è anche molto amore, raccontato in tutte le sue sfumature, come in “Solamente Sì”, un “divertito lamentoso swing” costruito sull’amore capriccioso; oppure in “L’Amore vola via”, brano nel quale Frison cerca di cantare la difficile situazione delle coppie divise con i figli, situazioni non sempre semplici e leggere.

Spazio anche all’attualità con “Corri via da qui”, la sarcastica visione di un paese senza umanità, svuotato da ogni buonsenso, impossibilitato nell’accogliere chi ne ha più bisogno; l’ep si chiude con una riflessione generale sulla vita, “Quel gran che”, quasi un invito da parte del cantautore di vivere tutto fino alla fine, altrimenti la vita potrebbe risultare non essere un granchè.

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