Rachel getting married – Rachel sta per sposarsi
Di Jonathan Demme con Anne Hathaway, Rosemarie DeWitt, Mather Zickel, Bill Irwin
Usa 2008 – 113 minuti.
Cinéma de la Ville: 31 marzo ore 16 e 20 – 1 aprile ore 18 e 22
Usa 2008 – 113 minuti.
Cinéma de la Ville: 31 marzo ore 16 e 20 – 1 aprile ore 18 e 22
La protagonista del film non è la Rachel del titolo ma la giovane Kym, alla quale il centro di riabilitazione per tossicodipendenti dove vive concede un permesso di un week-end per partecipare alla festa di nozze della sorella… Potrebbe sembrare una storia già scritta (e vista) mille volte, ma la vita, nei film di Jonathan Demme, scappa sempre fuori dai limiti che gli schemi narrativi le impngono. Fotografato da un ispiratissimo Declan Quinn e scritto da Jenny Lumet, figlia di Sidney, veterano del cinema d’autore, “Rachel sta per sposarsi” è infatti vivace e multiforme come se dietro la macchina da presa, insieme al regista premio Oscar de “Il silenzio degli innocenti” ci fosse il compianto Robert Altman, a cui Demme rende qui un sentito omaggio.
Insieme alla sorprendente Anne Hathaway nel ruolo di Kym, co-protagonista è la musica: suonata dal vivo, sullo schermo, interagisce con il racconto dando un senso, una direzione alle parole, a gesti, alle improvvisazioni degli attori, facendo di questo film, nelle parole dei suoi autori, “il più bell’home-movie mai girato”.
Insieme alla sorprendente Anne Hathaway nel ruolo di Kym, co-protagonista è la musica: suonata dal vivo, sullo schermo, interagisce con il racconto dando un senso, una direzione alle parole, a gesti, alle improvvisazioni degli attori, facendo di questo film, nelle parole dei suoi autori, “il più bell’home-movie mai girato”.
Lasciami entrare
Di Tomas Alfredson, con Kåre Hedebrant, Lina Leandersson, Per Ragnar, Henrik Dahl. Svezia 2008 – 114 minuti
Cinéma de la Ville: 31 marzo ore 18 e 22 – 1 aprile ore 16 e 20
All’inizio c’è stato il romanzo di successo di John Ajvide Lindqvist, poi è arrivato il film di Tomas Alfredson, sceneggiato dallo stesso Lindqvist. Poi, sono arrivati i premi (Goteborg, Tribeca, ecc.) e le lodi di autori di fama come Guillermo del Toro. “Lasciami entrare” è diventato così un film di culto che ha raccolto pubblico e consensi al di là del cerchio ristretto dei fan del cinema fantastico.
Se assistiamo infatti a un’agghiacciante storia di giovanissimi vampiri, è anche vero che ci troviamo soprattutto di fronte al racconto della solitudine di un pre-adolescente (Oskar, Kare Hedebrant) che deve scendere a patti con lo sfascio della sua famiglia e con uno stato di abbandono che Alfredson e Lindqvist rendono concreto facendoci percepire il freddo che invece la piccola vampira Eli (Lina Leandersson) dice di non provare più (“Ho dimenticato quella sensazione”). Tra il morso di un vampiro e la solitudine di Oskar, a noi decidere di cosa avere più paura.