“Rinascimento privato”: il collezionismo della famiglia d’Este al Museo archeologico di Aosta

L'evento principe della stagione espositiva 2010 presenta al pubblico fino a novembre 500 gemme mai esposte della ricca e a varia collezione di Casa d'Este. Non mancano capolavori dall'antichità romana fino al pieno Rinascimento.
Busto di Antinoo. Prima metà del XVIII secolo
Cultura

"Rinascimento privato. Aspetti inediti del collezionismo estense da Dosso Dossi a Bruegel" è l'evento principe della stagione espositiva organizzata dall'Assessorato regionale alla Cultura, che fino al 1° novembre 2010  sarà protagonista all'interno delle sale del Museo archeologico regionale di Aosta. Per sei mesi, da giugno a novembre, l'esposizione offrirà agli occhi del visitatore una successione di capolavori dall'antichità romana fino al pieno Rinascimento, provenienti dalla Galleria Estense di Modena, che per la prima volta presenta al grande pubblico la ricchezza e la varietà di una delle più antiche raccolte principesche europee, quella di Casa d'Este. Il vernissage della mostra avverrà alle ore 18 di venerdì  11 giugno e da sabato sarà visitabile al pubblico.

Accanto alle ricche raccolte numismatiche, rappresentate da 117 monete d'oro tra le sale dell'esposizione trovano spazio una trentina di altre opere tra affreschi dipinti, bronzi di piccolo formato, trionfi da tavola. A rappresentare tuttavia il "corpus" d'eccezione di questo evento espositivo sono le 500 gemme mai esposte della ricca e a varia collezione di Casa d'Este: lapislazzuli, ametiste, corniole, calcedoni e granati. Gemme preziose, uniche che con le loro forme e colori testimoniano provenienze anche esotiche quali Cipro, l'Anatolia, l'Afghanistan e l'isola di Sri Lanka. L'amore per le gemme dei signori di Ferrara, nucleo centrale delle antichità estensi, non è solamente frutto di collezionismo. Proprio queste pietre, infatti, sono state in passato oggetti di dono e di scambio tra principi.

Nel percorso di mostra una trentina di altre opere: affreschi, dipinti, bronzi di piccolo formato, trionfi da tavola, una preziosa zuccheriera in lapislazzuli, testimoniano come le raffigurazioni e i simboli propri dell’Antichità confluiscano stupendamente nella cultura rinascimentale di cui si appropria il variegato gusto collezionistico di casa d’Este. La mostra rievoca l'atmosfera di uno studiolo nel quale erano conservati gli oggetti più rari e preziosi, simbolo delle ambizioni culturale del principe stesso. L'amore per l'antico che contraddistinse l'umanesimo di Lionello d'Este, la magnificenza di Borso, le passioni antiquarie di Alfonso I e dei cardinali Ippolito I e Ippolito II si alternano in mostra facendo sintesi in alcune opere la cui suggestione è immediata.

La mostra è aperta tutti i giorni dalle ore 9.00 alle 19.00. Biglietti: intero 5 euro,  3.50  euro.

 

 

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