“Gli artisti valdostani? Li ho accettati a scatola chiusa”.
Vittorio Sgarbi, inaugurando assieme a Rollandin l’esposizione allestita al Forte di Bard con le opere dei quindici valdostani selezionati per partecipare alla Biennale di Venezia, ha voluto difendere le ragioni di una decisione che ha creato malumori nell’ambiente della critica. “Come per tutte le altre regioni italiane ospiti, come la Valle d’Aosta, della Biennale del centocinquantenario dell’Unità d’Italia, non ho scelto nessuno, ma ho lasciato che i partecipanti fossero scelti sulla base del riconoscimento pubblico della loro militanza artistica. Così abbiamo fotografato lo stato dell’arte italiana dell’ultimo decennio. L’autonomia e la dignità artistica si vedono anche in questo: non c’è bisogno di dire agli artisti “tu sì, tu no”. Partecipa chi si è imposto all’attenzione locale. Abbiamo reso questa Biennale veramente democratica e l’abbiamo portata in tutte le principali città d’arte d’Italia, coinvolgendo e unendo il territorio”. Il critico d’arte si è perciò astenuto dai commenti sulle opere, limitandosi a rilevare l’importanza evidente che assume l’arte plastica nella nostra regione.
I portavoce della Valle d’Aosta alla Biennale sono Francesco Nex, Dorino Ouvrier, Angelo Bettoni, Salvatore Cazzato, Carlo Gadin, Bobo Pernettaz, Franco Pinet, Donato Savin, Giulio Schiavon, Bruno Gabrieli, Livio Mognol, Franco Balan, Chicco Margaroli, Roberto Priod e Marino Catalano.
Il decano degli artisti Francesco Nex, il cui novantesimo compleanno cade oggi stesso, ha ricevuto un premio alla carriera dal Forte di Bard “per la straordinaria qualità artistica e e l’intensità con cui da sempre racconta vizi e virtù degli uomini”.
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