Toni Gobbi, l’avvocato che inventò lo sci alpinismo professionistico

Fino al 3 maggio una mostra, ospitata presso la storica sede delle guide alpine di Courmayeur, ricorda la figura di questo "pioniere di alta quota"
Alpine Club - Toni Gobbi
Cultura

Non basta essere nati in montagna per amarla. È essenziale saperla apprezzare con i suoi pregi e i suoi difetti, affrontandola con capacità e rispetto. Questo l’insegnamento di Toni Gobbi, storico alpinista e guida alpina che ha saputo rivoluzionare il lavoro dei professionisti della montagna.

A lei – e alla moglie Romilda Bertholier – Gobbi ha dedicato la sua vita come testimoniano i documenti, le fotografie, le lettere e gli articoli di giornale esposti nella mostra “Toni Gobbi. Da avvocato a guida alpina” inaugurata sabato 7 dicembre e ospitata fino al 3 maggio nella storica sede delle guide alpine di Courmayeur.

Un omaggio al celebre alpinista che la società delle guide alpine ai piedi del Monte Bianco ha voluto organizzare insieme ai figli di Toni Gobbi, Gioachino e Barbara, a cinquant’anni dalla sua morte.

Alex Campedelli, Gioachino Gobbi e la moglie Betta
Alex Campedelli, Gioachino Gobbi e la moglie Betta

Gli oggetti che la famiglia ha custodito con cura lo raccontano meglio di tante parole. Piccozza, macchina fotografica e pipa sono quelli che più lo rappresentano.

“La figura di Toni Gobbi – ha spiegato il figlio, Gioachino Gobbi – è poliedrica. È stato un grande alpinista ma soprattutto una grandissima guida alpina e uno straordinario organizzatore di sci alpinismo. Il desiderio della sua vita era quello di stare in montagna, di sposare mia madre e di fare la guida alpina. A questo ha dedicato tutte le sue forze e le sue capacità non solo nei confronti dei clienti ma anche nei confronti dell’organizzazione stessa delle guide”.

Nato Pavia nel 1914, dopo essere diventato guida alpina nel 1946, lasciò lo studio legale del padre per rimanere a Courmayeur. Grande alpinista, inventore dello sci alpinismo professionistico con le sue settimane in alta montagna organizzate fin nei minimi dettagli, fu anche un apprezzato giornalista. Nei suoi articoli era un fervente difensore delle guide alpine ma il suo impegno per la categoria non si esaurì qui.

Si impegnò per quindici anni prima di vedere coronato il suo desiderio di creare un’associazione internazionale che raggruppasse guide alpine di tutto il mondo. Questo sogno si realizzò nel 1965 in occasione del centenario della prima salita al Cervino. Con lo sci alpinismo ebbe la geniale intuizione di allungare la stagione codificando itinerari e programmi all’epoca ancora sconosciuti. A lui si deve anche la qualifica di guida sciatore.

In vetta al Paine in Patagonia
In vetta al Paine in Patagonia

Precursore dei tempi, pioniere dell’alta quota, Toni Gobbi ha lasciato un testimone difficile da raccogliere. “Molte delle sue iniziative – ha detto ancora Gioachino Gobbi – hanno avuto successo ma come organizzatore nel campo dello sci alpinismo non ha ancora trovato eredi. Aveva 570 clienti con cui praticava questa disciplina e ai quali scriveva una lettera ogni anno spiegando e consigliando quello che avrebbero potuto fare. La sua eredità è pesante ma non era un pazzo, era un genio”.

Tra le curiosità che lo riguardano l’aver portato per la prima volta la televisione in cima al Monte Bianco in occasione del centenario della prima salita del versante italiano. Nel 1943 fece la controfigura per le scene di montagna di Amedeo Nazzari nel film “Quelli della montagna”.

“C’è da prendere esempio da figure come quella di Toni Gobbi – ha detto Alex Campedelli, presidente della società delle Guide Alpine di Courmayeur-. Ha passato molto tempo della sua vita impegnato a garantire un futuro alle guide alpine con una visione futuristica”.

A ricordare il grande alpinista anche il presidente delle guide alpine italiane e della Valle d’Aosta, Pietro Giglio impegnato in questi giorni all’estero per l’annuale appuntamento con l’Unione Internazionale delle Associazioni Guide di Montagna, associazione che lo stesso Gobbi aveva contribuito a far nascere.  “L’Unione Internazionale – ha scritto Giglio in un messaggio – ha messo in luce e accresciuto la solidarietà tra i professionisti della montagna di tutto il mondo e ha creato le basi per la standardizzazione dell’attività di formazione professionale”.

Di Toni Gobbi, Giglio ha ricordato “le imprese prestigiose ormai entrate nella storia dell’alpinismo mondiale dando lustro alla figura della guida alpina come alpinista di eccelso livello”. A lui il merito di aver “innescato un’autentica rivoluzione professionale inventando modalità promozionali e comunicative valide ancora oggi” come “le proverbiali settimane scialpinistiche e le spedizioni extraeuropee con i clienti”.

La mostra sarà ospitata nella sede storica della società delle Guide Alpine di Courmayeur, nel centro della località, fino al 3 maggio.

 

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