Tony Baciocchi è un “mod”, è stato il batterista di uno dei primi gruppi di punk hardcore italiani: i Chelsea Hotel, di Piacenza. Ha militato successivamente con i Not Moving, dove tra l’altro militava anche Dome La Muerte, ex chitatrrista dei CCM. Ancora oggi Tony e la musica sono un binomio inscindibile dal quale è nata la pubblicazione "Mod Generations", secondo impegno “letterario” dopo aver raccontato la sua esperienza coi Not Moving nel libro "Uscito vivo dagli anni ottanta" (edizioni NdA). Sarà lui il protagonista, sabato 17 dicembre alle ore 21.30, del prossimo appuntamento della rassegna musicale Maximum Punk& Beat presso l’Espace populaire di Aosta. La rassegna sta proponendo un percorso attraverso le sottoculture punk e mod incontrando la musica dei gruppi che in questi anni hanno saputo creare e sviluppare nuove forme di espressione artistiche e culturali.
“Si tratta di un libro che parla di una sottocultura giovanile – spiega Sergio Milani, batterista dei Frontiera e degli storici Kina, e organizzatore della rassegna – soprattutto tenendo conto del fatto che Tony, oltre ad essere un amico di vecchia data, è stato un animatore di iniziative punk e mod, ha gestito in prima persona un’etichetta discografica indipendente, ha curato la fanzine Faces, ha macinato migliaia di chilometri su furgoni scassati per girare l’Europa in lungo e in largo suonando su tanti palchi”.
La serata, che ad inizio programma prevedeva l’esibizione live di Lilith and Sinnersaints, ha subito un cambio e a fare da colonna sonora saranno le musiche di Marco Brunet, Diego Tuscano e Beppe Barbera con una proposizione di interpretazioni di classici hits che hanno accompagnato generazioni di giovani mods.
"… In fondo il modernismo è tutto qui: imporre la propria individualità in una società massificante – si legge in una recensione di Diego Ballani – Sentireascoltare 2010 – Lo sapevano i ragazzi in parka e lambretta che negli anni sessanta ascoltavano Who e Small Faces o si appassionavano ai suoni black e ai ritmi giamaicani, rappresentando un esempio d’integrazione fra i giovani dell’Inghilterra suburbana. Lo sapevano i revivalisti di fine ’70, che reindirizzavano la scossa del punk in una traiettoria del tutto peculiare e rispettosa della tradizione. Lo sanno i tanti mods nostrani che dai primissimi anni 80 tengono vivo lo stile nel nostro paese, a suon di raduni, serate e concerti, incuranti delle mode usa e getta che si sono susseguite nel corso di un trentennio.Il modernismo è tutto questo. Tony ce lo racconta con semplicità e passione, individuandone le radici, tratteggiandone agilmente le vicende ed elencando protagonisti e situazioni che ne hanno fatto un caso unico nella storia delle culture giovanili …"