Nello scorso fine settimana una navicella spaziale, fedele riproduzione di Apollo 11, la missione spaziale che portò i primi uomini sulla Luna, è atterrata nei boschi di Sarre, nei pressi della Strada dei Salassi. Con il coprifuoco e la chiusura di alcune strade disposta dal Comune l’evento è passato per lo più inosservato. Nessuna invasione aliena, comunque. Piuttosto si è trattato di un set cinematografico in cui si sono girate alcune scene del docufilm di Alessandra Celesia “La Mécanique des Choses” prodotto da Films de Force Majeure e cofinanziato dalla Film Commission della Valle d’Aosta. Sul set valdostano la produzione esecutiva, affidata a Luca Bich de L’Eubage, ha affiancato i tecnici francesi.
“E’ un documentario franco-tedesco che ho scritto dalla storia vera del mio gatto, Tito, rimasto paralizzato dopo una caduta dall’ottavo piano” racconta Alessandra Celesia. Nel tentativo di salvare il suo gatto e di restituirgli la possibilità di camminare la Celesia conosce prima un’associazione che promuove la ricerca per la rigenerazione del midollo e poi un chirurgo che avvia una sperimentazione sull’uomo in Cina. Gli affida Tito che viene operato e che riconquista, se non la camminata, il movimento volontario delle zampe. “In Cina mi sono ritrovata a filmare questo esperimento sanitario sugli uomini che ha avuto risultati abbastanza sorprendenti”.
La storia di Tito non è altro che la metafora del percorso di rigenerazione dell’anima che devono affrontare tutti coloro che, feriti in maniera permanente, affrontano la vita e cercano di stare al mondo. Tito però alla fine decide di lasciare la Terra: da lì la navicella che lo porterà sulla Luna. “E’ una delle due scene, più fiction, che abbiamo girato in Valle” spiega Celesia. “Riprende una frase del chirurgo cinese che ha operato Tito e che disse che è più facile andare sulla Luna che rigenerare il midollo spinale lesionato.