Cinquanta opere tra dipinti a olio, acquarelli, disegni e incisioni firmate da uno tra i più celebrati maestri del 900, sono al centro dell’evento espositivo che sarà inaugurato venerdì alle ore 18 al Museo Archeologico di Aosta. Dopo, la retrospettiva su Paul Klee, l’Assessorato regionale alla Cultura porta ad Aosta Wassilly Kandinsky, offrendo un approfondimento tutto parigino. “L’arte astratta tra Italia e Francia”, questo il titolo della mostra, percorre attraverso le opere esposte gli anni in cui Kandinsky visse a Parigi. In questo periodo, compreso tra il 1934 e il 1944, l’artista teorizzò e sviluppò quel nuovo linguaggio, considerato alla base della sua maturità artistica, che esplora regole geometriche e matematiche da applicare per il superamento delle forme.
Kandinsky, personalità dedita a diversi interessi, tra cui la musica e la scenografia, tanto da creare alcune composizioni sceniche teatrali, non è solo il fondatore dell’astrattismo, ma ha attraversato stagioni diverse, passando da una fase iniziale simbolista all’esperienza Bauhaus, fino al periodo parigino degli ultimi anni. L’esposizione, curata da Alberto Fiz in collaborazione con la Fondazione Mazzotta, si incentrata in particolar modo sull’ultimo ventennio della produzione dell’artista russo.
La lezione del padre dell’astrattismo viene allargata, dilatata e declinata con il confronto e le testimonianze di personalità a lui contemporanee quali Hans Arp, Sophie-Taebur Arp, Joan Mirò, Alberto Magnelli, ma anche Piero Dorazio, Gillo Dorfles e Alessandro Mendini. Questo confronto viene reso attraverso un allestimento che rispetta questo spazio di complessità e di dialogo. Ogni ambiente è infatti “aumentato” da una prospettiva artistica di confronto grazie alla quale il mondo di Kandinsky e le sue problematiche di forma e costruzione si mostrano in tutta la loro envergure.
Appaiono così, nelle sale del museo, il confronto tra i rilievi lignei di Arp e le forme bianche e nere di Kandinsky, il rapporto con l’amico italiano Alberto Magnelli che ricorda, a proposito di Kandinsky, “quanto nitido fosse ciascun segno, da quanto ogni forma da lui pensata fosse perfettamente precisa; nulla era lasciato al caso e nulla era imprevisto”, l’ammirazione, vissuta reciprocamente, per Mirò, del quale il Maestro russo dice “il piccolo uomo che dipinge sempre grandi tele, un vero vulcano che progetta i suoi dipinti”, ma anche il ruolo fondamentale di Piero Dorazio, profondo conoscitore dell’aspetto innovativo dell’arte di Kandinsky e del suo ruolo di maggiore “traghettatore” artistico nella modernità. La retrospettiva propone un’esplorazione dell’arte del Maestro russo concentrandosi, anche attraverso oggetti e documenti artistici, sul dialogo che emerge tra Italia e Francia. Dipinti, tecniche miste e incisioni di Kandinsky, provenienti da collezioni pubbliche e private italiane ed estere, sono in mostra accostate a quelle di altri autori, tra cui Hans Arp, Sophie-Täuber Arp, César Domela, Florence Henri, Joan Mirò, Francis Picabia, Piero Dorazio, Gillo Dorfles, Alessandro Mendini, Ettore Sottsass.Le opere di Kandinsky in mostra sono oltre 40, tra cui spiccano alcuni capolavori degli anni Trenta e Quaranta mai esposti prima d’ora in Italia.
In un’esposizione ricca di sorprese viene, inoltre, ricostruita la Sala da Musica dell’Esposizione Internazionale di Architettura a Berlino del 1931 in cui, su disegno di Kandinsky, fu realizzata una decorazione murale in ceramica.
Con la collaborazione dello Sprengel Museum di Hannover, viene proposta, in una sala dedicata, la registrazione della composizione scenica di Kandinsky, Violett, con scenografie realizzate su suo disegno. La registrazione ripropone la trasposizione a cura del Verein Kunst und Bühne di Hannover tenutasi presso lo Sprengel Museum di Hannover nel 1996. In quest’occasione, dunque, emerge la figura a tuttotondo di Kandinsky, nonché la relazione tra arte e musica così importante nella sua ricerca.
Le testimonianze in mostra provengono da collezioni pubbliche e private italiane e straniere tra cui: Accademia Carrara, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo, MART Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, CSAC, Centro Studi e Archivio della Comunicazione, Università degli Studi di Parma, Civica Biblioteca d’Arte di Milano, Fondazione Marguerite Arp di Locarno e la raccolta privata dell’artista Max Bill.
INFO
La rassegna rimarrà aperta sino al 21 ottobre 2012 e sarà accompagnata da un catalogo bilingue italiano e francese, edito da Mazzotta, in cui sono riprodotte tutte le opere in mostra, con saggi di Alberto Fiz, Pietro Bellasi, Cristina Casero, Gillo Dorfles, Alessandro Mendini, Marco Vallora. Biglietti: € 5,00 intero, € 3,50 ridotto, riduzione 50% soci TCI, gratuito per i minori di 18 anni e per i maggiori di 65.
In abbinamento con l’ingresso alla mostra Giorgio de Chirico. Il labirinto dei sogni e delle ideepresso il Centro Saint-Bénin: abbonamento intero € 8,00, ridotto € 6,00.
Per ulteriori informazioni: Tel. 0165.274401, e-mail u-mostre@regione.vda.it – Museo Archeologico regionale: tel.0165.275902.
Internet: www.regione.vda.it.