“Dov’è l’annunciata riforma del turismo?” Le critiche e i timori dei dipendenti sull’ente unico

Il Dl ora all’esame delle Commissioni sta suscitando parecchi mal di pancia fra diversi dipendenti del Dipartimento turismo, che secondo l’articolato dovrebbero esser trasferiti all’Office régional. Contestato il passaggio obbligato al nuovo ente ma anche la riforma avviata.
Office du Tourisme
Economia

Il nuovo ente unico di promozione turistica non piace a chi dovrà a breve darne attuazione.
Il disegno di legge varato dalla Giunta Fosson e ora all’esame delle Commissioni sta suscitando parecchi mal di pancia fra diversi dipendenti del Dipartimento turismo, che secondo l’articolato dovrebbero esser trasferiti all’Office régional.
L’articolo 26 prevede, infatti, che dal 1° gennaio 2020, il personale appartenente alle categorie in servizio presso la Regione, che si occupano di promozione e promo-commercializzazione del prodotto turistico regionale transiti all’Office. Un passaggio che i dipendenti temono avvenga, non tanto su base volontaria, ma che sia obbligato. Non solo. La paura – derivante anche dai passati contrasti in seno all’Office fra dipendenti e dirigenza –  è che una volta entrati nell’Office, non sarà più possibile far ritorno in amministrazione regionale. Preoccupazioni che sono state condivise nei giorni scorsi da una quindicina di dipendenti con i sindacati.

A non convincere chi in questi anni si è occupato di promozione turistica è poi la stessa riforma avviata. In particolare il fatto che la regia unica di promozione, tanto auspicata in questi anni, vada ad interessare solo alcuni settori, escludendone altri come ad esempio la cultura per quanto riguarda l’organizzazione e partecipazione a mostre, esposizioni o saloni del libro o l’agricoltura e l’artigianato per la partecipazione ad eventi promozionali in Italia e all’estero.
Anche i fondi di bilancio con cui sarà finanziato il nuovo ente sembrano arrivare solo dalla missione turismo e in maniera residuale dai fondi provenienti da altri settori dell’amministrazione che si occupano di promozione.
Una riforma reale della promozione turistica avrebbe dovuto al contrario, secondo i dipendenti, coinvolgere concretamente tutti quelli che se ne occupano mentre il disegno di legge parla genericamente di “collaborazione” e “coordinamento” fra l’Office e gli altri enti/associazioni/società che si occupano di promozione (comuni, consorzi turistici, società di gestione degli impianti, chambre des entreprises Forte di Bard, Ivat, Fondation Grand Paradis…).

“Il disegno di legge è stato annunciato come “radicale riforma” dell’organizzazione turistica regionale, – scrivono i dipendenti in un documento portato all’attenzione dell’Assessore – ma, tenuto conto dell’entità delle risorse umane e finanziarie trasferite e dei punti deboli del ddl, riteniamo che si stiano creando, tra gli operatori del settore turistico, aspettative che non troveranno soddisfazione”.

Altre criticità del Dl segnalate dai dipendenti riguardano la previsione che le attività promozionali siano condotte con “particolare riferimento ai paesi francofoni”. “La selezione dei paesi su cui concentrare prioritariamente gli investimenti promozionali, infatti, dovrebbe essere basata – scrivono i dipendenti – sulla valutazione strategica di dati e indagini turistiche e non necessariamente con “particolare riferimento ai paesi francofoni”. Altro punto debole, la preferenza accordata, per l’incarico di direttore tecnico, a chi ha maturato esperienza professionale in ambito privato.

Infine nel cahier de doléances finisce anche “l’eventuale finanziamento delle attività dell’Office attraverso trasferimenti derivanti dall’imposta di soggiorno”. Obiezione quest’ultima sollevata anche ieri dai sindaci riuniti al Cpel. Se i primi cittadini chiedono concertazione i dipendenti si domandano invece come sia possibile invece prevedere in un disegno di legge l’“eventualità” di un finanziamento.

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