Nuove misure del Governo, le preoccupazioni dei gestori dei locali: “Perderemo clientela e dovremo fare gli sceriffi”

Le nuove norme mettono in difficoltà chi lavora soprattutto la sera: crollano i posti a disposizione e si perdono le ore di punta.
Piazza Chanoux - Foto di Massimiliano Riccio
Economia

Chiusura alle 24, divieto di “sosta” e consumo all’esterno del locale se non seduti al tavolo dopo le 21: gli effetti – economici e sociali – del nuovo DPCM colpiscono in buona parte i locali (bar, pub, ristoranti) di quella che è ormai diventata nota con il nome (forse un po’ abusato) di movida, che da oggi dovranno fare i conti con norme più severe che mettono in difficoltà i gestori.

Preoccupazioni sia dal punto di vista economico – perché la chiusura anticipata taglia fuori, soprattutto nel weekend, le ore di punta tra mezzanotte e l’1.30, quelle in cui in particolare i più giovani consumano di più – che professionale, con molti baristi che non ci stanno a fare gli “sceriffi”. Buona parte dei locali “notturni” si concentrano tra Via Aubert e Piazza Chanoux: che atmosfera troveremo il prossimo venerdì e sabato nel centro storico di Aosta?

Al Café Romae dovrebbe cambiare poco: “Il mio è un bar classico, che in genere chiude verso le 22.30-23, a parte ogni tanto magari il sabato”, spiega il titolare Enzo Gullone. “Sono abbastanza tranquillo, anche se bisognerà educare i “ribelli”, che siano i giovanissimi o i più grandi. Questo però è un compito che non spetta a noi, ci mette un po’ in imbarazzo fare gli sceriffi. Noi abbiamo questa spada di Damocle che è la chiusura del locale, e questo ci fa vivere in ansia. Il DPCM è stato ben pubblicizzato, la gente sa che ho l’autorità per non farli sostare fuori dal locale dopo le 21, ma se non mi ascoltano, cosa posso fare oltre a dirglielo? La multa in questo caso andrebbe fatta al cliente, anche se confido nel buonsenso di tutti, dei ribelli e delle forze dell’ordine”. Poi, però, c’è anche un altro scenario, quello del consumo di alcolici non acquistati al bar: “Noi da mezzanotte passeremo il testimone alle forze dell’ordine, che dovranno vigilare se le persone si caricano le macchine di bottiglie o si infilano in qualche vicolo a bere”.

“Ansia” è un sentimento che ritorna anche a pochi metri dal Café Romae, con Michela Latini del Laboratorio Latini seriamente preoccupata: “La vedo molto grigia, lavorare con queste limitazioni così drastiche crea ansia a noi, ma anche paura nella gente. Noi senza “assembramenti” lavoriamo poco, non puoi avere la quantità di clienti che sono quelli che ti fanno fare cassa, soprattutto ora che inizia a far freddo e con la riduzione di un orario per noi importante. A volte è quasi meglio tenere chiuso. Si stanno ripresentando le stesse paure del 18 maggio, che però avevamo esorcizzato con una buona estate”. Latini evidenzia anche alcuni aspetti poco chiari del decreto: “Bisogna capire cosa succederà dopo le 21 fuori dal locale. Se uno che è seduto dentro vuole uscire a fumare una sigaretta come deve fare?”.

Per Fabiana Pedrin, figlia di Marzio, titolare del Bar 101, questa è “un’ulteriore frenata per i locali, nelle ore in cui lavoriamo maggiormente. Ci dovrebbe essere più chiarezza su alcune cose, come ad esempio dove andrà la gente dopo le 24 e se a quell’ora la nostra attività dovrà essere già chiusa o bisognerà smettere di bere. Certo, noi stiamo già facendo di tutto con la massima accortezza: abbiamo garantito il distanziamento tra i tavoli, anche rinunciando a parecchi posti, e non vendiamo più niente al bancone. Nel weekend però è difficile, perché magari in un tavolo del dehors da due persone si aggiunge qualcuno a salutare. Lo staff sta dando il massimo, spesso non veniamo ascoltati e rischiamo di passare per scorbutici e perdere clientela”.

Il dehors del Quot Café di Piazza Chanoux chiuderà il 31 ottobre, e all’interno rimarranno una ventina di: “Senza l’asporto perderemo molto”, spiega la titolare Joelle Melotto. “Spesso arrivano tanti ragazzi, che non riesco a far sedere, quindi prendono da bere e lo portano via. Da adesso non potremo più farlo, senza contare che da mezzanotte all’1.30 per noi sono momenti fondamentali. Sarà impossibile controllare tutti all’esterno, perché spesso chi è di passaggio magari si ferma a salutare chi è seduto. Io non posso dire loro di non fermarsi, non è questo il mio lavoro. Un’altra cosa che non si capisce è se a mezzanotte il locale deve essere completamente chiuso o se devo iniziare a far andare via la gente. Se deve essere già chiuso, perdiamo un’ulteriore ora di lavoro a fare le pulizie”.

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