Amorland lancia il crowdfunding per il suo primo Wild Forest Chalet

Obiettivo della raccolta fondi sulla piattaforma Produzioni dal Basso è sostenere le spese per il progetto del primo Wild Forest Chalet dell’Amorland Resort, progetto più ampio che vede la creazione di piccoli chalet essenziali e totalmente integrati nell'ambiente, in cui ritrovare il contatto con la natura e riconoscere se stessi, liberi di abbandonare ritmi di vita frenetici e stereotipi.
Wild Forest Chalet
Economia, Società

Spingersi oltre l’agriturismo e oltre il campeggio e puntare a un tipo di accoglienza che esca dalle logiche del mercato turistico esistente finora sono due missioni che l’azienda agricola Amorland sta cercando di prefiggersi attraverso un progetto ancora in fase embrionale, ma denso di significati.

Una capanna immersa nella natura e senza tutto il comfort tipico delle strutture ricettive canoniche, come spiega il responsabile comunicazione Massimo Belforte: “Siamo in fase pre-progettuale e di valutazione: abbiamo lanciato un crowdfunding, senza vere speranze di raccogliere la quota necessaria, ma vogliamo capire che impatto potrebbe avere una nuova idea di accoglienza turistica che esca dalle logiche classiche del camping o dell’agriturismo sul nostro mercato. Vogliamo valutare il livello d’interesse nei confronti di un turismo naturalistico più consapevole, che offra maggiori possibilità di mettersi alla prova e riscoprire capacità di connessione con la natura spesso sacrificate in nome del comfort”.

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L’Amorland Wild Forest Chalet si presenta come un’accogliente capanna in legno di circa 12mq, immersa nel bosco, circondata da pace e magia, confortevole il giusto per godere di un’esperienza cognitivo-sensoriale unica, in cui potersi rilassare, riconnettersi con la propria parte più selvaggia, riscoprire i propri istinti, ricucire il cordone ombelicale tra la propria anima ed il mondo naturale che in questo luogo è incontaminato e pronto ad accogliere a braccia aperte chi vorrà perdersi nell’amorevole abbraccio della natura.

L’esperimento, ancora in fase di sondaggio e che quindi si presenta sulla piattaforma di crowdfunding come un progetto non ancora in divenire è espressione di “un genere di turismo molto diffuso ed apprezzato nei Paesi del nord Europa, quasi sconosciuto qui da noi. Vogliamo anche verificare se la nostra clientela è pronta ad impegnarsi personalmente nella realizzazione di un progetto insieme a noi, anche perché crediamo che il futuro delle aziende agricole non risieda in una migliore capacità di vendere i propri prodotti, ma nella capacità di coinvolgere i propri clienti nei processi produttivi ed ancora di più in uno stile di vita rurale ormai lontanissimo dal modo di vivere di chi abita in una città o in una metropoli”. Il pensiero della titolare dell’azienda Elisa Urbano, dottoressa forestale e Responsabile di Donna Impresa Valle d’Aosta, è quello di immaginare e progettare un luogo lontano dalla frenesia e dalla confusione, dove poter passare un breve periodo in relax, riscoprendo però la natura senza compromessi e senza troppi fronzoli.

Il senso del progetto rispecchia molto bene la filosofia di Amorland, un’azienda agricola nata nel 2014 ad Arnad che esce dagli schemi canonici del “gioco”: i suoi maiali sono allo stato brado e il suo obiettivo è quello di coltivare e allevare senza chimica, senza meccanizzazione, riscoprendo razze e tecniche antiche per ritrovare il sapore di cibi sani, privi d’inquinanti e ricchi di nutrienti e di gusto. Una delle ultime coltivazioni sperimentate è quella dello zenzero, non così comune in Valle d’Aosta e anche la raccolta di vimini, tecnica non più così usuale. Alla base della filosofia di questa impresa valdostana c’è infatti la tutela di un territorio e di un ambiente naturale straordinario e delle antiche tradizioni ad esso collegate. La creazione del Resort diventa quindi lo strumento per far rinascere questa parte di Valle d’Aosta anche dal punto di vista turistico, ma attraverso un turismo naturalistico, consapevole e in armonia con l’ambiente.

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