Sospendere per un anno ogni decisione sull’Aosta-Pré-Saint-Didier per "aprire un percorso di analisi dei problemi e delle condizioni per un piano di rilancio della linea". A chiederlo in una nota sono Pendolari Stanchi della Valle d’Aosta. L’associazione, facendo appello a tutte le forze politiche di maggioranza e minoranza, chiede inoltre che vengano ripristinate le risorse sul bilancio (i 6 mln) per il trasporto ferroviario e che si attuino "finalmente delle vere politiche di promozione e sostegno all’uso del mezzo pubblico".
Nella nota i Pendolari ricordano come "nel giro di un solo mese vengono tolte le risorse a disposizione e si scoprono particolari problemi strutturali di cui nessuno era a conoscenza. Se la situazione infrastrutturale fosse quella che si lascia intendere saremmo noi i primi a chiedere la chiusura della linea per preservare gli utenti e i lavoratori che vi operano. Ma qual è la reale situazione? C’è una perizia tecnica degli ingeneri di RFI? Cosa comportano questi degradi su efficenza e sicurezza? Quali priorità bisogna affrontare per prime? Chi ha scelto di non destinare le risorse necessarie a RFI quando in più occasioni le leggi di stabilità e quelle specifiche di settore hanno definito la funzionalità del collegamento ferroviario valdostano come una priorità?"
Secondo l’Associazione la chiusura della linea viene portata avanti "senza un dibattito pubblico" e dopo che "i soldi stanziati per l’Aosta-Pré-Saint- Didier dall’Unione europea sono andati a copertura dell’acquisto dei bimodali".
Infine i Pendolari mettono in guardia sul "danno ambientale e sociale di un traffico veicolare aumentato e un’accessibilità turistica ancora più precaria dell’attuale".