Arev: quadro sanitario migliorato. E’ ora di pensare al piano carni

Pollein - Si è svolta nella mattinata di ieri, giovedì 12 maggio l'assemblea annuale dell'Associazione degli allevatori. In Valle i bovini sono 38 mila, 5 mila le capre, 3 mila gli ovini. Il messaggio: "LA carne valdostana è sana e buona".
Edi Henriet e Edy Bianquin
Economia

Sono poco meno di 38 mila i bovini in Valle d'Aosta. E' quanto emerge dalla relazione annuale preparata dall'Arev, l'associazione degli allevatori. "I dati – ha spiegato il direttore dell'Arev, Edi Henriet – sono in linea con l'anno scorso. Si è registrata solo una lieve flessione, pari a meno 0,37 per cento. Le aziende sono 1189, contro le 1237 del 2008. Le capre sono 5 mila, di queste 3 mila sono registrate all'arev; 3 mila gli ovini, 1500 quelli registrati.

Tra il 2008 e il 2009 sono stati 4718 i vitelli commercializzati: la maggior parte, 3105 sono stati venduti all'estero, 950 sono andati in Veneto e 336 li ha comprati l'Arev, gli altri sono andati in Piemonte, Valle d'Aosta, Emilia Romagna e Lombardia. La campagna di commercializzazione 2009-2010 è ancora in corso, sinora sono stati venduti 4 mila 901 esemplari.

All'assemblea annuale dell'Arev hanno preso parte anche il presidente della Regione, Augusto Rollandin, e gli assessori alla sanità e all'agricoltura, Albert Lanièce e Giuseppe Isabellon. Lanièce ha sottolineato come sia migliorata la situazione sanitaria dei bovini e come i problemi di tubercolosi si siano notevolmente ridotti. "La carne valdostana", ha detto Lanièce, "è buona e sana".

Isabellon, così come Henriet e Edy Bianquin (presidente Arev) hanno ribadito l'importanza del "piano carni". "Dobbiamo valorizzare le nostre carni – hanno spiegato i vertici dell'Arev – da soli non riusciamo a far fronte alla concorrenza, in questo senso abbiamo messo in piedi una collaborazione anche con il Celva". Nella mattinata sono stati toccati molti temi, dalla carne alla crisi economica. Isabellon ha annunciato la messa in campo di aiuti per la messa in sicurezza dei mezzi agricoli. E Rollandin: "l'attenzione della Regione nei confronti di questo settore è sempre grande, ma dobbiamo tener conto delle leggi che ci impone l'Europa, leggi che non tengono sempre conto delle nostre peculiarietà montane. La crisi si è sentita anche in questo settore, soprattutto nella zootecnia".

 

 

 

 

 

 

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