Nello spiegare l’accaduto Lanièce, in un lettera pubblicata domenica 9 novembre, evidenzia che il telegramma del 31 ottobre 2008 è stato inviato all’USL seguendo “la consueta procedura che prevede la trasmissione all’azienda USL di tutte le comunicazioni provenienti dal ministero della Funzione Pubblica o dal ministero della Salute, che attengono alle iniziative di sciopero nazionale riguardanti il comparto della sanità”. Poiché l’Usl non ne ha però pubblicato i contenuti “in quanto lo sciopero del 7 novembre veniva confermato” e tenuto conto che lo stesso “aveva assunto anche una specifica valenza territoriale in relazione all’applicazione nella Regione del cosiddetto decreto “Brunetta” la polemica del sindacalista viene considerata “fuori luogo e priva di fondamento”.
La replica di Guichardaz è stata immediata. Il rappresentante della Fp CGIl puntualizza, tra l’altro, in una nota che “per legge l’USL è tenuta a precettare con anticipo di almeno cinque giorni il personale ritenuto necessario, al fine di assicurare i servizi minimi e ad effettuare una capillare informazione attraverso gli organi di stampa, cosicché l’utenza e i lavoratori siano avvisati per tempo dei possibili disagi connessi allo sciopero; che i funzionari dell’assessorato alla sanità avrebbero dovuto verificare il motivo per cui nel pieno delle mobilitazioni nazionali il ministero della salute ha dichiarato la revoca dello sciopero da parte della CGIL FP (peraltro tardivamente smentita dallo stesso ministero, il 6 novembre)".
Sulla non pubblicazione dei contenuti del telegramma da parte dell’USl Guichardaz precisa ancora “che ciò non esima gli uffici dell’assessorato alla sanità dalle gravi responsabilità connesse a una trasmissione acritica del telegramma” evidenziando inoltre che l’annotazione sulla “valenza territoriale” dello sciopero in Valle “risulta priva di significato per il caso in questione, considerato che la sanità in Valle, ad oggi, è esclusa da qualsiasi applicazione differenziata della Legge 133 (non più decreto da quando è stata convertita alla Camera), contrariamente a quanto ipotizzato recentemente per gli enti del Comparto Unico; inoltre è giusto evidenziare che anche i lavoratori della Regione e degli enti locali sono stati invitati a scioperare per sostenere la vertenza nazionale sul pubblico impiego e per solidarizzare con i lavoratori pubblici degli altri comparti”.