Cantieri forestali, partono i primi appalti ma i sindacati restano “critici e preoccupati”

Per ognuno è previsto l'assorbimento di 2-4 lavoratori dalle graduatorie. Da lunedì prossimo sarà completata l'istruzione del primo lotto (44 appalti, 125 assunzioni previste), a giugno il secondo (37 e 90) e ad agosto l’ultimo (16 e 80).
Immagine di archivio - Manifestazione degli operai idraulico-forestali
Economia, Politica, Società

L’esternalizzazione dei cantieri forestali continua a non convincere i sindacati. Oggi si è svolto l’ennesimo incontro con il presidente della Regione, con l’assessore all’Agricoltura e i dirigenti dell’assessorato, ma l’aggiornamento sullo sviluppo della vicenda ha lasciato perplessi i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Savt.

Attualmente, secondo quanto riferito dagli amministratori regionali e ripreso in un comunicato stampa dai sindacati stessi, le aziende accreditate sarebbero 411 (154 nei servizi, aree verdi aree boschive e 257 nei lavori, sentieristica sistemazioni montane) di cui circa il 14% provenienti da fuori Valle. A partire da lunedì prossimo, sarà completata l’istruzione dei primi 44 appalti, col meccanismo del cottimo fiduciario, per un totale di circa 4 milioni di euro e 125 persone che verranno assunte.

Per ogni appalto, a seconda dell’importo è previsto l’assorbimento di 2- 4 lavoratori presi dalle graduatorie. È previsto che questa fase sia completata entro fine marzo. Il secondo lotto, sempre di circa 4 milioni di euro dovrebbe prendere il via a metà giugno (circa 36-37 appalti, per 86-87 lavoratori). L’ultimo lotto infine è previsto per agosto (15-16 appalti, 2,5 milioni di euro per 70-80 lavoratori).

“Rimangono dubbi sul contratto nazionale applicabile – commentano le OO.SS. – sicuramente contratti del settore agricolo ma, a seconda delle tipologie di lavori potrebbero essere applicati diversi contratti. Inoltre, alla nostra richiesta di approfondire il tema dei lavoratori con controindicazioni non abbiamo avuto risposte esaustive. Continuiamo a essere fortemente critici e preoccupati per l’impostazione data al settore e per le conseguenti ricadute sull’occupazione e sul reddito dei lavoratori”.

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