Caro energia: a rischio chiusura le piscine regionali

15 Settembre 2022

Rincari energetici e prezzi delle bollette alle stelle hanno finito con il colpire anche le piscine e gli impianti sportivi valdostani, costringendo molti sull’orlo della chiusura autunnale e invernale. Se già durante l’estate non sono mancati difficoltà e disagi, i gestori delle strutture della regione esprimono crescente preoccupazione per l’imminente stagione fredda e il conseguente raddoppio dei costi legati al mantenimento della propria attività.

Le bollette

Non sono soltanto gli aumenti di gas ed elettricità ma anche quelli di materie prime e prodotti di disinfezione a spaventare i proprietari aostani e non, che come molti altri professionisti e privati lamentano una situazione a dir poco critica.

“Tra i circa 30 mila euro di bolletta per le forniture di gas e i 12 mila euro per quella invece relativa all’erogazione dell’energia elettrica, gli impianti di Aosta e Verrès rappresentano un onere gestionale per noi non indifferente – commenta Giovanni Valente, responsabile delle strutture nonché vicepresidente della ASD Aosta 511 -. A ciò vanno ad aggiungersi sia i rincari di antialghe e disinfettanti chimici atti a garantire la pulizia delle acque, sia la fatica nel reperire e prenotare il cloro, il cui prezzo è lievitato da circa 80 euro sino a quasi 150 euro”.

Le strategie di risparmio

Ma fa tremare i vertici della società concessionaria che si occupa delle due strutture di proprietà regionale oltre che dei plessi di Pré-Saint-Didiér, Aosta e del Palazzetto del Mont Fleury anche l’obbligatorietà del saldo di alcuni conguagli da versare entro novembre che raggiungono un totale di oltre 130 mila euro.

“Stiamo compiendo innumerevoli sforzi per tentare di economizzare, se non sull’uso intensivo del gas finalizzato a mantenere costante la temperatura dell’acqua tra 27 e 32 gradi, almeno sul funzionamento notturno ed elettrico degli impianti, all’interno dei quali stiamo provvedendo a sostituire le classiche lampadine con apposite luci a led che ci impegniamo a spegnere nei momenti di inutilizzo – racconta Valente, ricordando con rammarico la tendenza degli utenti a sostare eccessivamente sotto il flusso di acqua delle docce, sprecando un bene tanto prezioso quanto costoso -. Abbiamo tentato di fare alcuni preventivi per delle nuove pompe di calore ma, aumenti a parte, abbiamo davvero faticato ad ottenerli per via dell’impossibilità di reperire materiale sufficientemente potente”.

La minaccia della chiusura

Molte sono le piscine coperte che, dalla Lombardia al Piemonte passando per la Toscana, si stanno rassegnando alla temporanea soppressione autunnale e invernale del proprio servizio.

“Cerchiamo di fare del nostro meglio per restare a galla e garantire alla clientela un tariffario onesto che punti alla quantità di utenti attivi, ma, se già il mese di ottobre ci ha riservato un duro colpo, davvero non sappiamo che cosa spettarci dal mese di dicembre – continua Valente -. Qualora tali condizioni lavorative dovessero perdurare, sulla base di un apposito decreto legato alla mancanza di equilibrio finanziario sufficiente, per legge saremmo legittimati a chiudere”.

La speranza negli aiuti

Dopo il sostegno economico domandato dai gestori delle piscine valdostane agli uffici Edilizia e Patrimonio immobiliare della Regione per l’emergenze pandemica ed energetica, lunedì 29 agosto scorso la Giunta ha alfine deliberato di prorogare sino al 2031 l’affidamento delle tre strutture coperte valutando peraltro l’eventualità di stabilire un conguaglio straordinario relativo all’annualità corrente.

“Siamo certi che il personale di competenza si stia impegnando per venire incontro alle nostre richieste di sostegno – conclude Valente -. Posso dirmi fiducioso nell’apertura stagionale grazie a una collaborazione che riconosco vincolata al rispetto di regole e tempistiche stabilite”.

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