Casinò, c’è l’accordo sui tagli. La parola ora ai lavoratori

Nel tardo pomeriggio di ieri Casinò e sindacati, tranne l’Ugl, hanno siglato un verbale di incontro alternativo alla disdetta dei contratti, avviate dall'ex amministratore unico Luca Frigerio nel luglio scorso.
La sala Evolution del Casinò
Economia

La parola passa ora ai lavoratori. Nel tardo pomeriggio di ieri Casinò e sindacati, tranne l’Ugl, hanno siglato un verbale di incontro alternativo alle disdette di alcune parti dei contratti di lavoro, avviate dall’ex amministratore unico Luca Frigerio nel luglio scorso.
La bozza di accordo che i sindacati porteranno lunedì nelle assemblee dei lavoratori prevede una riduzione del 5% dell’orario notturno sul 2016, una riduzione, con percentuali diverse, della quota parte dello stipendio analoga all’accordo del 2014, una riduzione della 14esima sul 2016 e il 2017 e una riduzione della parte sul fondo previdenziale che l’azienda pagherà.
Entro dicembre sindacati e azienda, se l’accordo passerà, si ritroveranno nuovamente al tavolo per discutere l’attivazione di nuovi prepensionamenti a valere sulla legge Fornero. 

Se con la disdetta tout court dei contratti l’azienda porterà a casa una risparmio annuo di 11 milioni di euro con questo accordo si parla di 6 milioni per il 2016 e di altri 5 per il 2017.
“Torneremo nel 2018 a discutere di eventuali tagli se determinati obiettivi e risultati a cui abbiamo ancorato questo accordo non si saranno verificati” spiega Vilma Gaillard della Cgil.
Per i sindacati la soddisfazione è di esser riusciti a salvaguardare tutta una serie di istituti dei contratti di lavoro che con le disdette sarebbero andate perse.
“Se le disdette partono ci sarà un altro film, una disputa legale, molto complessa e dall’esito incerto” continua Gaillard.
“Saranno ora i lavoratori a giudicare se il percorso fatto da noi è stato giusto o meno” aggiunge Claudio Albertinelli del Savt. “Noi abbiamo fatto il massimo, più di così non potevamo fare perché la situazione è veramente difficile”.

Fuori dal coro la voce dell’Ugl, unico sindacato ad aver deciso di non firmale il verbale di incontro. “Era un documento preconfenzionato – dice il segretario Tommaso Auci – noi andremo avanti con la diffida perché per noi questa non è stata una trattativa, la coperta si è tirata da una parte e dall’altra, ma sempre 11 milioni di sacrifici ci troviamo”.

Dopo le assemblee di lunedì i lavoratori saranno chiamati al referendum. Disdette o meno dei contratti i tagli arriveranno dal 1° di ottobre.  

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