Casinò, è già rottura tra i sindacati e il nuovo Amministratore Unico

“Siamo assolutamente insoddisfatti” spiegano le parti sociale dopo l'incontro odierno con il nuovo amministratore della Casa da gioco. La nuova governance chiede tempo e promette un nuovo Piano industriale ma i sindacati attaccano: "Stop ai licenziamenti"
La casa da gioco di Saint-Vincent
Economia

“Siamo assolutamente insoddisfatti”. È tranchant il giudizio unanime dei sindacati dopo l'incontro, avvenuto questo pomeriggio, con il nuovo Amministratore Unico del Casinò di Saint-Vincent, l'avvocato Giulio Di Matteo.

Sul tavolo i nodi spinosi degli ultimi mesi, che sembrano ben lungi dal risolversi a breve: “L'Amministratore – spiega Claudio Albertinelli del Savt – ha chiesto di prorogare i termini per l'applicazione della legge 'Fornero', non ha dato nessuna risposta e continua a non rispettare gli accordi sottoscritti con le organizzazioni sindacali”. Sindacati che proseguono in una richiesta precisa, e reiterata da tempo: “Ci è stata chiesta – prosegue Albertinelli – una proroga dei termini riguardo ai licenziamenti, ma noi non vogliamo fare trattative sotto ricatto, e abbiamo sempre sostenuto che la procedura debba essere ritirata subito. Chiediamo un incontro urgente con la proprietà per capire cosa vogliano fare e chiederemo all'azienda di smettere di applicare le trattenute ai lavoratori ogni mese, perché gli accordi vanno rispettati, dopodiché fisseremo un'assemblea con i dipendenti della Casa da gioco”.

Tensione alle stelle, mentre le distanze tra le parti sembrano già ad un punto di rottura insanabile: “Venerdì scorso – attacca invece Giorgio Piacentini, Cisl – abbiamo chiesto di provvedere ai 41 lavoratori che hanno diritto all'isopensione (i cosiddetti 'esodati') e al ritiro immediato dei licenziamenti. Oggi per l'isopensione invece ci chiedono una proroga di altri 60 giorni che non possiamo dare in maniera collettiva, essendo procedure e decisioni individuali, mentre sulla legge 223 (la legge che regola i 'licenziamenti collettivi', ndr) ci hanno chiesto uno spostamento dell'accordo sindacale di altri 30 giorni, cosa sulla quale non siamo assolutamente d'accordo perché vuol dire mantenere in piedi la decisione di licenziare mentre ne chiediamo il ritiro”.

Nel frattempo Di Matteo prende tempo, e porterà, si parla di metà aprile, il Piano Industriale che i sindacati invocano da tempo: “Chiediamo si tenga fede agli accordi presi – chiude Piacentini – perché sull'isopensione c'è in piedi un accordo del 15 ottobre. Sulla 223 abbiamo chiaramente detto alla proprietà e all'azienda che i licenziamenti collettivi sono un ricatto, e non lo accettiamo”.

Ad ingarbugliare ancora di più le carte, se possibile, c'è poi il famoso parere pro-veritate richiesto dall'allora Presidente della giunta Augusto Rollandin a Finaosta. Ancora nessuna ufficialità, anche se i ben informati sostengono che il parere sia arrivato e aprirebbe le porte alla restituzione dei 43 milioni di euro di investimenti che il Casinò aveva anticipato per lavori di riqualificazione e ammodernamento.

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