Casinò, sale la tensione a due giorni dalla chiusura della procedura di licenziamento

Nuovo incontro nel pomeriggio fra sindacati a azienda sulla procedura 223 per il licenziamento di 264 persone. Spostati al 1° gennaio 2018 i nuovi tagli alle retribuzioni.
di Matteo
Economia

La giornata di riflessione chiesta ieri è servita alla Casa da gioco di Saint-Vincent per arrivare con una nuova proposta che apre degli spiragli rispetto alle richieste dei sindacati. Spiragli che però fanno dire ai sindacati: “Non si cambia di molto”. Le organizzazioni sindacali, dopo un incontro con toni pesanti, si prendono il tempo per analizzare il nuovo documento consegnato loro con l'ipotesi di riportarlo in assemblea e di sottoporlo a referendum. "Ci sono delle tensioni perché il tema è delicato – dice all'uscita Claudio Albertinelli del Savt – L'azienda continua a portarci degli accordi dove vuole certezze sui tagli al costo del lavoro per il 2018 ma questo non è il mandato che noi abbiamo ricevuto dall'Assemblea". 

Le parti torneranno a incontrarsi domani alle 15.30. Da parte sua l'Amministratore unico Giulio Di Matteo si dice fiducioso: "Stiamo affinando il testo, abbiamo ascoltato le richieste fatte dai sindacati e stiamo rimodulando le tabelle sulla riduzione dei costi che in ogni caso dovranno basarsi su criteri fissi e rigorosi. Questo è un imperativo a cui non possiamo sottrarci". 

E sulle indagini in corso Di Matteo aggiunge: "Le notizie che apprendiamo dalla stampa sono una fotografia che il piano aveva rilevato, da parte nostra si sta lavorando sulla trattativa".

La nuova proposta portata dall’Amministratore unico Di Matteo sposta al 1° gennaio 2018 i nuovi tagli alle retribuzioni  (oltre il 40% per chi prende oltre 7.500 euro al mese) mentre si darà attuazione fin da subito alla revisione delle ferie, dei permessi, delle maggiorazioni notturne e feriali. Niente 14esima inoltre nel 2018 e 2019. L’azienda “nella logica di perseguire un contenimento dei costi” si impegna inoltre a sospendere gli aumenti retributivi individuali fino al raggiunto dell’equilibrio costi- ricavi e ad utilizzare gli strumenti di legge alla rinegoziazione individuale e strutturale dei super-minimi e degli assegni individuali. Entro il 31 ottobre 2017 l’azienda procederà a colloqui individuali con tutto il personale. 

Restano in vigore i tagli agli stipendi previsti nell’accordo del 2015 mentre nuovi tagli verranno operati dal 1° gennaio del 2018 se a fine anno ci sarà uno squilibrio nei conti della società per cui i costi dovessero superare il 50% dei ricavi. 

“Questi tagli sono a prescindere – sottolinea Tino Mandricardi della Uil – se non riusciamo a raggiungere il fatturato ipotizzato nel piano. Le tabelle sulle decurtazioni che ci hanno presentato assieme ai vari tagli previsti portano chi ha un reddito di 50mila euro lordi annui a un sacrificio di 12mila euro”. 

L’accordo prevede, quindi, il superamento della 223 con l’uscita di 94 dipendenti (50 entro il 30 novembre 2017 e 44 entro il 30 settembre 2018) che nei 48 mesi successivi abbiano maturato i requisiti per uscire dall’azienda con la legge Fornero (in primis quali con inidoneità e quelli che usufruiscono della legge 104). 

Dal primo settembre 2017 sindacati e azienda si incontreranno per arrivare ad un nuovo salario di ingresso per consentir un turn over generazionale, consentendo risparmi nell’ordine del 25%.  A partire dal secondo semestre 2017 le parti si incontreranno al fine di pervenire entro il 31 dicembre 2018 alla definizione di un unico contratto collettivo. Per evitare i licenziamenti e consentire il recupero di efficienza l’azienda darà corso a tutte le iniziative per far fronte alle esigenze di copertura dei ruoli carenti. Inoltre verranno assunte le opportune determinazioni organizzative concernenti l’apertura dei tavoli, giochi lavorati e organizzazione delle sale. Previsti inoltre incontri di verifica trimestrale sui ricavi, il contenimento dei costi e sulla riorganizzazione.

La procedura 223 si chiuderà il 30 giugno, dopo quella data l'azienda avrà 75 giorni di tempo per dar corso ai licenziamenti. 

0 risposte

  1. Poverini…dovessero ridurre del 40% uno “stipendio” da 7500 euro prenderebbero solo 4800 euro al mese!!! C’è gente che si spacca ogni giorno e non ce la fa ad arrivare a fine mese e questi hanno anche il coraggio di lamentarsi dopo che hanno mangiato una vita sulle nostre spalle??? E tutto grazie alla nostra grande classe politica e al mitico imperatore di sto c…. che x anni ha dovuto foraggiare i propri voti e consensi!!!

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