Cgil: discriminati i lavoratori dei comparti sanità e scuola

Commenti alla legge 13 approvata in Consiglio.Il responsabile sanità FP Cgil dice: "credo che con un po' di buona volontà si potrebbe trovare un appiglio giuridico che permetta un'applicazione estensiva della legge regionale anche a questi due comparti'.
la conferenza stampa di presentazione dell'accordo
Economia
La legge n.13 "Disposizioni urgenti in materia di pubblico impiego” approvata dal Consiglio regionale di mercoledì 28 gennaio ha dato inizio, fin dalla sua approvazione, a commenti e valutazioni di diverso genere soprattutto sui risvolti che la legge avrà sui lavoratori del comparto pubblico.
Un primo commento sul disegno di legge approvato è arrivato in una nota a firma di Jean-Pierre Guichardaz, Responsabile Sanità FP CGIL, che evidenzia, tra l’altro, come l’applicazione della legge al solo comparto unico regionale, esclusi i comparti scuola e sanità, per i quali si applica la normativa nazionale, “ci mette di fronte ad un'evidente discriminazione: entità facenti capo al medesimo finanziatore sono soggette a regole completamente diverse, con evidente svantaggio per il personale della scuola e della sanità". 
Personalmente – scrive Guichadaz – credo che con un po' di buona volontà si potrebbe trovare un appiglio giuridico che permetta un'applicazione estensiva della legge regionale anche a questi due comparti”. Suggestioni in materia il responsabile della Cgil le ha già fornite al Presidente della Regione e all’Assessore competente in cui è stato evidenziato come “la sanità potrebbe rientrare nell'area di competenza della norma regionale – magari attraverso un passaggio formale all'agenzia regionale per le relazioni sindacali, così come è stato fatto per far rientrare USL e ARPA nel FOPADIVA – essendo questa finanziata interamente dalla Regione”.

“Certo è che i tempi della regionalizzazione si prospettano lunghi e l'iter faticoso e travagliato –conclude Guichardaz – e nel frattempo in Valle d'Aosta avremo dipendenti pubblici che applicano una legge disumana come la "Brunetta" ed altri che ne applicano una più giusta e meno penalizzante. Sarà nostro scrupolo continuare ad insistere con chi di dovere affinché si trovino le soluzioni più opportune”.

Il dibattito del documento in Consiglio regionale aveva già sollevato alcune perplessità, nella minoranza, soprattutto nel gruppo del Popolo della Libertà, che ha dato voto contrario alla legge, e di cui si è fatto portavoce il capogruppo Massimo Lattanzi, che non ha risparmiato duri commenti sull’iter legislativo che mette in discussione alcuni capisaldi della legge nazionale attenuandone gli effetti. “Il provvedimento arriva troppo tardi – ha evidenziato Lattanzi – avremmo potuto già intervenire a luglio per dimostrare che non eravamo contrari allo spirito della misura nazionale. Il Presidente del Consiglio dei Ministri ha comunque detto che impugnerà le leggi regionali che andranno a legiferare in questa materia, perché non è di competenza di nessuna Regione a Statuto speciale. Ci infiliamo in un contenzioso costituzionale dal quale usciremo difficilmente vincenti: da valdostani ci chiediamo oggi chi ce lo fa fare e perché dobbiamo farlo se non siamo contrari allo spirito che anima la legge nazionale. Il messaggio che oggi diamo con questa leggina è devastante sull'opinione pubblica, perché creiamo in Valle d'Aosta categorie di serie A e di serie B: il personale del comparto unico regionale regolato da una serie di misure, quello della sanità e della scuola da altre."
Raimondo Donzel del PD ha manifestato dubbi sul metodo utilizzato evidenziando che “le Regioni a Statuto speciale avrebbero dovuto combattere questa battaglia tutti insieme e non in modo disordinato come è stato fatto”. “Non è infatti la legge che la maggioranza presenta oggi, che servirà a cambiare gli atteggiamenti dei dipendenti – ha aggiunto –  Peraltro, il testo avrebbe potuto evitare di normare tutta una serie di questioni, quali le fasce orarie, e demandarle alla contrattazione successiva, che viene fatta a livello locale."
Stesso principio è stato avanzato da Vallée d’Aoste Vive/Renouveau secondo la quale per questa vicenda si doveva partire proprio dalla contrattazione collettiva. "L’ Amministrazione regionale doveva porsi già prima di Brunetta la questione della propria efficienza e del contrasto agli abusi di alcuni dipendenti – ha spiegato il consigliere Roberto Louvin Il tema è caldo e andava affrontato in tempi più rapidi di quanto ha fatto la Giunta; abbiamo avvertito uno sbandamento, soprattutto negli enti locali e in particolare nel Comune di Aosta. C'è stato un pericoloso scollamento tra il livello amministrativo e quello politico”.

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