Non bastano i comunicati, la Cisl, la Uil e il Savt hanno convocato una conferenza stampa per riassumere e chiarire definitivamente la propria posizione riguardo a tre questioni che hanno diviso fortemente il fronte sindacale: la difesa dei lavoratori della casa di riposo J.B.Festaz, i criteri di assunzione dei custodi e assistenti alle manifestazioni da parte della Spa Servizi e la partecipazione allo sciopero generale del 6 maggio.
La posizione discordante della Cgil ha rafforzato l’unione dei tre sindacati regionali. “Sulla faccenda della casa di riposo ne abbiamo sentite di tutti i colori” ha riassunto Jean Dondeynaz, della Cisl, “noi possiamo dire di avere portato avanti il dialogo con la casa di riposo, la Regione e l’Usl, e di avere stabilito come confrontare le due ipotesi, quella dell’esternalizzazione del servizio e quella del mantenimento della forza lavoro. I numeri non mentono, esternalizzare non consente un vero risparmio. D’altra parte è stato riconosciuto che i due servizi coinvolti, Rsa e Alzheimer, funzionano, per cui dopo una lunga mediazione abbiamo ottenuto la stabilizzazione dei posti di lavoro. Una soluzione di gran lunga preferibile all’ottenimento di un indennizzo, magro risultato sbandierato dalla Cgil come una vittoria”. Lentamente, a blocchi, i posti di lavori saranno prolungati, anche se un discorso a parte va fatto per i dipendenti extra-europei, la cui tutela è più complessa.
L’atmosfera si riscalda quando si parla dell’accordo sui criteri per l’assunzione dei custodi e gli assistenti alle manifestazioni. “I sindacati che sconfessano il loro ruolo di mediatori e decidono di andare avanti a ricorsi rinunciano alla loro vera funzione” ha affermato Claudio Albertinelli del Savt, facendo riferimento alla Cgil, che ha abbandonato il tavolo delle trattative. “Abbiamo ottenuto importanti modifiche delle proposte iniziali, che tendevano a creare una sorta di concorso per l’accesso al lavoro. Le due prove, scritta e orale, sono diventate una sola, a risposta multipla, che in quanto a punteggio vale molto meno di prima ai fini della valutazione complessiva. Ciò che conta, così, è l’esperienza lavorativa”.
Quanto allo sciopero del 6 maggio, secondo Cisl, Uil e Savt creerebbe un precedente di cui andare poco fieri. “Finora abbiamo evitato sempre di scioperare in campagna elettorale, per non prestarci a strumentalizzazioni. Condividiamo a fatica la prossima mobilitazione, e intanto cerchiamo attivamente altre forme di lotta” ha sostenuto Ramira Bizzotto, segretaria della UIL. Più tranchante la posizione della Cisl, espressa dal segretario Riccardo Monzeglio: “Per noi lo strumento dello sciopero è veramente l’utima ratio, anche perché non produce risultati. Preferiamo avvicinarci a poco a poco, sul terreno, con fatica, ad ogni obiettivo, senza mollare mai, senza abbandonare il tavolo prima di avere tentato ogni possibile strada. Insomma, condividiamo gli obiettivi, ma non il metodo”.