Click day immigrazione: in VdA richieste superano i posti assegnati. Coldiretti: “Sistema da ripensare”

Nell'ultimo click day a fronte di 18 posti assegnati sono arrivate più del doppio delle richieste e l’assegnazione è avvenuta nell’arco di 1.5 secondi. Alessia Gontier di Coldiretti Valle d'Aosta: "è come giocare d'azzardo"
Lavoratori agricoli immigrati
Economia

Le quote disponibili nell’ormai consueto click day per la gestione degli ingressi lavorativi sono state “bruciate” in pochissimi minuti. Per questo motivo, Coldiretti denuncia l’urgenza di rivedere un meccanismo che non soddisfa né le esigenze del mondo produttivo né le aspettative di chi cerca lavoro in agricoltura.

L’ultimo click day ha registrato un overbooking per i 110.000 posti previsti, a cui si aggiungono difficoltà tecniche che hanno portato a uno slittamento dell’orario di apertura.

“Nella nostra regione, a fronte di 18 posti assegnati sono arrivate più del doppio delle richieste e l’assegnazione è avvenuta nell’arco di 1.5 secondi – commenta Alessia Gontier, Presidente di Coldiretti Valle d’Aosta. Legare la programmazione di un’azienda agricola ai pochi secondi di un “click day” è come giocare d’azzardo ed è agli antipodi rispetto alla necessità di stabilità che le aziende cercano per affrontare l’imminente stagione estiva, dove la manodopera è indispensabile per garantire la produzione delle eccellenze valdostane”.

“Questi dati – sottolinea Elio Gasco, Direttore di Coldiretti Valle d’Aosta – evidenziano la necessità di una gestione diretta degli ingressi, sfruttando i progressi realizzati con l’ultima revisione del decreto flussi e coinvolgendo maggiormente le associazioni datoriali. È anche fondamentale intervenire presso i consolati, dove si creano spesso colli di bottiglia nell’invio delle domande, rendendo difficile la loro evasione in tempi brevi”.

Infine, è indispensabile investire nella formazione all’estero. Coldiretti, insieme a Filiera Italia, all’O.I.M. e a E4Impact, ha avviato un progetto per reperire manodopera qualificata partendo da Egitto, Marocco e Costa d’Avorio. L’obiettivo è formare i lavoratori direttamente nei loro Paesi d’origine, superando l’idea che l’agricoltura necessiti solo di braccianti, e puntando a formare figure professionali specializzate, come piloti di droni e operatori di Agricoltura 4.0.

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