Comparto unico, sindacati proseguono lo stato di agitazione

Salta la procedura di conciliazione. "Offensive le tempistiche". La Regione ha proposto ai sindacati di arrivare con una proposta economica entro il 30 settembre. "Per noi le due parti, economica e giuridica, devono andare insieme"
Igor De Belli Massimo Pasqualotto Mauro Cretier e Roberto Uva
Economia

“Tempistiche offensive“. Così Cgil, Savt, Conapo e Sivder nell’annunciare il proseguo dello Stato di agitazione del comparto unico, a seguito del mancato accordo sull’iter per arrivare al rinnovo del contratto collettivo per oltre 5000 lavoratori dell’Amministrazione regionale e degli enti locali valdostani.  Questa mattina i sindacati hanno incontrato la Regione nel secondo tentativo di conciliazione.

Rispetto ad una prima proposta, l’Amministrazione ha messo sul tavolo la volontà di arrivare con le prime direttive sugli aspetti economici del contratto entro il 30 settembre. 

“Per noi le due parti, economica e giuridica, devono andare insieme” evidenzia Igor De Belli della Cgil Funzione pubblica. “Abbiamo preteso di riuscire ad arrivare entro ottobre ad un’ipotesi del contratto collettivo. Questa richiesta non ci è stata concessa. Riteniamo che i 5000 lavoratori, soprattutto le categorie più fragili, abbiamo bisogno di risposte urgenti”. 

Da tempo i sindacati avevano chiesto alla Regione di aprire il confronto sul rinnovo del contratto. “Ci siamo arrivati aprendo lo stato di agitazione e comunque ci siamo arrivati tardi.”
A livello nazionale, la stagione dei rinnovi contrattuali è in fase molto avanzata. Anche nelle altre regioni a statuto speciale la contrattazione è partita.

“Abbiamo ora in mente di fare delle assemblee capillari” prosegue De Belli.
“Non abbiamo potuto conciliare perché entro il 31 dicembre la corresponsione degli emolumenti sul contratto 2019-2021, a partire dai profili più bassi, non è in nessun modo raggiungibile” evidenzia Mauro Cretier del Savt. “Vedremo con i lavoratori quali azioni compiere”.
Cisl e Uil hanno invece chiuso lo stato di agitazione proclamato, accettando la proposta dell’amministrazione regionale.
I sindacati hanno chiesto, così come avvenuto a livello statale, un 5% totale di aumento tra riforma dell’ordinamento, stipendi e fondi di premialità. “E’ stata recepita positivamente, abbiamo parlato di risorse, che sono state immesse nel bilancio della Regione”.

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