Coronavirus, il turismo si ferma. Gli albergatori valdostani decidono di chiudere

Il direttivo Adava, riunito nel pomeriggio, ha condiviso all'unanimità, con tutti i delegati di comprensorio, la necessità di "dare un segnale di grande responsabilità"  chiudendo alberghi e attività ricettive extra alberghiere.
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Economia

Non c’è più solo Cogne. Tutto il comparto turistico valdostano si ferma, almeno fino al 3 aprile. Il direttivo Adava, riunito nel pomeriggio, ha condiviso all’unanimità, con tutti i delegati di comprensorio, la necessità di “dare un segnale di grande responsabilità” chiudendo alberghi e attività ricettive extra alberghiere.

Non un obbligo per gli associati, ma un invito, fortemente caldeggiato. Le prenotazioni verranno bloccate e gli ospiti presenti saranno invitati, entro domenica, a tornare nelle proprie case. Le caparre versate saranno restituite oppure conservate per la prossima stagione.

“E’ una decisione storica.  – spiega Filippo Gérard, presidente Adava  – Se è vero che nei comprensori sciistici poteva essere scontata, nel fondo valle, seppure in calo, le prenotazioni c’erano. Vogliamo però invitare tutti a fermarsi, a rimanere nelle proprie case, non diventando complici di quei pochi irresponsabili che non hanno capito quanto la situazione sia drammatica”.

Alla riunione del direttivo era presente anche il delegato dei rifugi valdostani, che da quanto si apprende sembrano intenzionati a seguire la decisione dei colleghi albergatori, non aprendo, per il momento, le strutture.

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