Il 9 giugno il Cda di Cva Eos era convocato per analizzare un solo punto all’ordine del giorno: revoca dalla carica di sindaco effettivo del dottor Daniele Fassin.
Un fatto raro. Come disposto dal codice civile la revoca di un sindaco dal collegio sindacale può avvenire infatti solo per giusta causa e la delibera dell’assemblea del Consiglio di amministrazione va in seguito approvata con decreto del tribunale, sentito l’interessato.
Le origini della decisione
Perché si è arrivati a questa decisione?
Per trovare una risposta bisogna risalire all’autunno scorso e precisamente al 4 novembre quando Chiara Minelli porta in Consiglio Valle un’interrogazione con risposta scritta tornando a chiedere conto degli emolumenti e dei premi ricevuti dall’Amministratore delegato di Cva, Giuseppe Argirò. Nell’iniziativa, la consigliera di Pcp fa riferimento ad una segnalazione ricevuta rispetto ad una assemblea del Cda, quella del 14 ottobre scorso, nella quale sarebbe stato deliberato l’erogazione di un premio all’Ad e agli altri membri del Cda e del consiglio sindacale.
Il question time a risposta scritta fa suonare un campanello all’interno della partecipata regionale. Chi ha fatto filtrare queste informazioni, in possesso di pochi?
Non ci vuole molto ai vertici aziendali per ricostruire quanto successo e ricondurre la responsabilità della presunta “fuga di notizie” al sindaco di Cva Eos Daniele Fassin. Convocato dall’Ad Argirò il commercialista avrebbe ammesso l’inoltro di alcuni documenti all’assessore regionale Giulio Grosjacques. Il fatto viene archiviato, interpretando la buona fede nella “consegna”. D’altronde a chiedere questi documenti era stato un assessore, “un’azionista” della partecipata.
L’inverno scorso sarà però caldo per la Compagnia valdostana delle acque e non certo per il cambiamento climatico. A fine novembre su richiesta della Lega il Cda di Cva viene audito in Commissione. Una riunione che passerà alle cronache come un processo nei confronti del gruppo Pcp, reo agli occhi della governance di Cva di aver portato in Consiglio Valle e sui social un attacco alla società.
I vertici della partecipata regionale spiegheranno invece di aver sfruttato quell’audizione per “rappresentare la realtà, che spesso contrasta con la narrazione”.
Il consigliere della Lega Simone Perron dirà invece che “la nostra ratio è stata quella di avere contezza, proprio dai vertici Cva, di tutte le questioni affrontate sui giornali”.
Il nodo emolumenti
Nell’audizione del 26 novembre scorso emerge per la prima volta la querelle degli emolumenti dell’Ad. L’allora bando di Finaosta, con cui Argirò fu in seguito nominato, prevedeva un emolumento per l’amministratore delegato di 50mila euro annui onnicomprensivi. Lo stesso bando indicava però la possibilità, al mutare delle condizioni normative (Nda l’uscita dalla legge Madia), di adeguare lo “stipendio”. E con il collocamento del primo bond, ciò avviene. La “promessa” contenuta nel bando però viene meno, come racconta lo stesso Argirò in commissione citando l’allora presidente di Finaosta Nicola Rosset. Quest’ultimo risponderà alle accuse mossegli, ma soltanto nell’aprile scorso con una lettera, che ha poi dato vita ad un nuovo anticiclone per la partecipata.
Nel frattempo l’audizione del 26 novembre prosegue nella giornata del 5 dicembre. Poco prima del suo inizio però la Lega Vda convoca una conferenza stampa per denunciare un presunto asse su Cva “fra una parte della maggioranza e l’estrema sinistra”, con “un ex presidente di Finaosta” che “ha fatto da raccordo tra le parti”.
Poco dopo in commissione inizia ad emergere la vicenda della presunta “fuga di notizie” in Cva Eos, la stessa finita solo di recente sui giornali e all’attenzione dell’ultimo Consiglio Valle e che ha portato poi alle dimissioni di Fassin.
L’audizione del 5 dicembre vede la presenza anche del capogruppo Aurelio Marguerettaz, non membro di commissione, che chiede dettagli all’Ad su singoli impianti e investimenti, riservandosi anche di procedere con eventuali 116 (Nda il diritto di accesso agli atti dei consiglieri).
La primavera torna a farsi calda per Cva
Dopo il 5 dicembre le acque sembrano calmarsi, per tornare poi agitate in primavera con la lunga lettera di Rosset, la replica di Cva e poi le successive audizioni in IV Commissione, i sospetti su possibili conflitti di interesse. La temperatura si scalda sempre più e vede la politica sempre più protagonista, con una sequela di dichiarazioni, accuse e sospetti.
Proprio in questo periodo ritorna al centro delle cronache anche il presunto trafugamento di documenti in Cva Eos, che Fassin e l’Assessore Grosjaques smentiscono in un articolo del quotidiano La Stampa del 28 maggio.
Il 5 giugno la vicenda arriva in Consiglio Valle con un question time del consigliere della Lega Vda Simone Perron, che spiega come nel “verbale del CdA di Cva del mese di dicembre 2024, acquisito dal nostro gruppo con accesso agli atti ex art. 116 del Regolamento del Consiglio regionale, si parla di una presunta fuga di notizie ai danni della società Cva Eos avvenuta tra ottobre e novembre 2024. Vista la potenziale gravità del fatto, ne abbiamo chiesto l’acquisizione in quarta Commissione. Il giorno successivo esce un articolo con affermazioni che smentirebbero categoricamente quanto si legge nel verbale di Cva, che a questo punto sarebbe menzognero. Vorremmo sapere se gli avvenimenti descritti siano stati documentati e quali azioni la Società intenda intraprendere a propria tutela, ora che la questione è di dominio pubblico.”
Il Presidente della Regione, Renzo Testolin, risponde che “l’Amministrazione regionale non ha informazioni diverse da quelle che il Consigliere ha ricevuto con richiesta ai sensi dell’articolo 116 del Regolamento del Consiglio regionale. Cva adotterà le azioni che riterrà necessarie e che, come comunicatoci il 30 maggio e il 4 giugno tramite Pec del Presidente Cantamessa, sono in itinere, così come immagino potranno fare anche gli altri soggetti interessati alla questione.”
Arriviamo quindi ai giorni scorsi con la convocazione per il 9 giugno del Cda di Cva Eos con all’ordine del giorno la revoca di Fassin, che però decide il 7 giugno di rassegnare le dimissioni irrevocabili. Nella missiva spiega come non via sia stata diffusione di documenti che avessero contenuto di effettiva riservatezza o in grado di recare pregiudizi.
Di parere contrario evidentemente i vertici di Cva, che potrebbero ora avviare un’azione di responsabilità nei confronti dell’ex sindaco.
Le domande sospese
Se siete arrivati fin qui e avete compreso poco o nulla della vicenda, potete esser certi che non siete i soli.
Tante domande rimangono sullo sfondo. Perché se l’acqua di Cva sembra buona, almeno stando ai bilanci presentati, i pozzi continuano a venire inquinati? Quali interessi sono in campo? Le elezioni regionali all’orizzonte sono l’unica ragione della politica urlata degli ultimi mesi o l’orizzonte è un altro e il perimetro più ampio della piccola Valle d’Aosta?
Domande che chissà se domani troveranno una qualche risposta nella nuova puntata annunciata del Consiglio regionale.