I fatti sono tutti da verificare ma spunta l’ipotesi di un possibile conflitto di interesse per l’attuale amministratore delegato della Cva, Enrico De Girolamo. Ieri, durante l’incontro della quarta commissione consiliare Sviluppo economico con il consiglio di amministrazione della Finaosta spa, la finanziaria regionale, il capogruppo dell’Union Valdôtaine, Aurelio Marguerettaz, ha presentato un documento con un serie di dati e informazioni da verificare sull’acquisizione da parte della Cva Smart Energy, nel 2023, della Nuova Energia, marchio della Sharenergy srl con sede a Quart, che aveva tra i suoi proprietari proprio De Girolamo.
Secondo i dati riportati nel documento, raccolti in conservatoria e nel registro delle imprese, prima dell’acquisizione da parte della Cva Smart Energy la Nuova Energia aveva cinque soci tra cui due società al 28%: la Evolution Project srl, di cui erano proprietari De Girolamo al 68% e Lisianna Mancuso al 32%, e la Made Energy srl (proprietari De Girolamo al 32% e Mancuso al 68%).
Tra il febbraio 2022 e il giugno 2023, Mancuso vende le sue quote di Evolution Project srl a De Girolamo che diventa così socio al 100%. Lo stesso fa De Girolamo per Made Energy, di cui Mancuso diventa socia al 100% nel dicembre del 2022. Seguono altri passaggi. Il 20 aprile 2023 la Made Energy di Mancuso compra le quote della Evolution Project in Nuova Energia arrivando così al 56%. Il costo è di 1.580.000 euro da pagare entro il 31 dicembre 2026 e nell’atto di vendita compare Mancuso come amministratrice unica delle due società. De Girolamo diventa amministratore unico di Evolution Project dal 22 giugno 2023 e, al momento della vendita a Mancuso, era socio al 95%.
Il 26 luglio 2023 la Made Energy di Mancuso vende alla Cva Smart Energy il 31% della Nuova Energia a 3.135.995 euro. Lo stesso giorno anche gli altri tre soci di Nuova Energia vendono le loro quote alla Cva Smart Energy. Quindi, Made Energy di Mancuso ha comprato il 28% da Evolution Project di De Girolamo a 1.580.000 euro e poi ha venduto il 31% a Cva Smart Energy, tre mesi dopo, a 3.135.995 euro. “Emerge una plusvalenza di circa 1.252.511 euro in tre mesi“, si legge nel documento, in cui si osserva come “una partecipazione posseduta da un società di proprietà del direttore generale della Cva al 95% cede una partecipazione a 1.580.000 euro e una partecipata di Cva, tre mesi dopo, la acquista a 2.832.511 euro (ventotto trentunesimi di 3.135.995 euro)”.
L’ex presidente della finanziaria regionale, Nicola Rosset, nella sua lettera aveva toccato la questione scrivendo che il cda di Finaosta aveva chiesto alla Cva “chiarimenti sugli acquisti fatti” e “in risposta ci furono presentati gli acquisti di R.T.S. srl, R.S. Service srl e Sharenergy srl, società di cui, se la memoria non mi inganna, era socio l’attuale direttore generale fino a pochi mesi prima dell’acquisizione da parte di Cva”.
Nella replica della società energetica si legge che sul potenziale conflitto d’interesse fu data completa comunicazione da De Girolamo fin dal giugno 2020. “Da allora, Cva ha sempre presidiato l’argomento in modo estremamente attento, in tutte le attività svolte con la società di cui si sta parlando, escludendo lo stesso da ogni processo decisionale”. Inoltre, durante un incontro con il cda della finanziaria regionale “furono forniti tutti i chiarimenti richiesti” e “non furono mossi rilievi in merito al potenziale conflitto di interesse. L’affermazione che Rosset lascia cadere oggi, a distanza di ben 17 mesi, lascia sorpresi per la sua tardività”.
Caso Cva, il Consiglio di Finaosta in commissione. Linty: “risposto a tutte le domande”
18 Aprile 2025 – Ore 16.11 di Martina Praz
Un “vuoto” di due anni. È quello che intercorre dall’esclusione della Cva dai vincoli della legge Madia nell’estate del 2022 – passaggio che ha permesso alla società di operare sul mercato come se fosse quotata – all’estate scorsa. “Sono molto preoccupato perché dopo l’uscita dal perimetro della Madia mi sarei aspettato la creazione di una serie di misure per regolamentare il nuovo corso della Cva. Parliamo di regolamentazioni interne, remunerazioni, nomine, conflitti di interesse. In realtà scopriamo che fino all’estate scorsa nulla era stato fatto”, spiega Stefano Aggravi, capogruppo del Rassemblement Valdôtain, al termine dell’incontro, questa mattina, in quarta commissione Sviluppo economico, con il consiglio di amministrazione della Finaosta spa, la finanziaria regionale che controlla il colosso energetico.
È la seconda tappa del caso Cva, dopo la lettera e l’audizione lo scorso lunedì dell’ex presidente della Finaosta, Nicola Rosset, a cui la società ha risposto con una replica di 29 pagine. “La questione è delicata ho già risposto a tutte le domande in commissione, non posso dire altro”, si limita a dire Marco Linty, che dal luglio del 2024 ha preso il posto di Rosset nella guida della finanziaria regionale. I consiglieri della maggioranza regionale se ne vanno senza rilasciare dichiarazioni e a parlare è soltanto l’opposizione.
Sulla vicenda, il consigliere Simone Perron della Lega sostiene che “c’è in atto una vera e propria lotta politica tutta interna all’Union Valdôtaine che è responsabile perché fatta sulla società, che è il gioiello di famiglia, e sulla pelle di tutti i valdostani che sperano di gioire dei profitti che la società fa, investiti sul territorio”. E aggiunge: “Gli attuali rapporti tra la Cva e Finaosta sono corretti e improntati a definire le procedure più idonee per i flussi di informazione dopo il cambio di status della società con l’uscita dalla legge Madia. C’è un’azione di concerto pienamente sinergica, non c’è oscurantismo ma piena collaborazione”.
Quanto alle pressioni che Rosset dichiara di aver ricevuto da alcuni componenti della giunta regionale per l’aumento degli emolumenti dei vertici della Cva, “abbiamo appreso che non sono avvenute con il cda di Finaosta presente”, prosegue Perron. La finanziaria regionale “si è sempre mossa nei limiti previsti della legge di direzione e coordinamento. Se certe cose non arrivavano è perché Finaosta in quel caso non doveva vederle”.
Sugli investimenti fatti dalla Cva, la Finaosta “non sa nulla di più di quello che si legge nei bilanci di esercizio e non è nemmeno in grado di valutare la loro bontà sul periodo medio lungo. Questo è un quadro preoccupante – dice Pierluigi Marquis, capogruppo di Forza Italia -. Il cda ha affermato che non gli è mai stato sottoposto un piano strategico aziendale che avrebbe consentito di fare delle valutazioni e tutt’oggi, nonostante l’aver cercato di definire un quadro regolatorio, non è ancora in grado di avere dei flussi informativi”.
La consigliera Chiara Minelli del Progetto Civico Progressista ha chiesto informazioni sul bando per il nuovo Consiglio di amministrazione della Cva, scaduto a fine anno. “Abbiamo capito che c’è a possibilità di fare una nomina per un solo anno invece che per tre (allineando così le scadenze dei cda della capogruppo Cva con la società Cva Eos, ndr) e anche per gli emolumenti verrà fatto un ragionamento sulla base pure di quelli attuali”. Per quanto riguarda le future nomine, “ci è stato detto che Finaosta si appoggerà ad una società chiedendo una consulenza per reclutare competenze e individuare rose di possibili candidati. Lo hanno già fatto per Aostafactor”. Rispetto a quanto dichiarato all’ex presidente della Finaosta nella sua lettera, “abbiamo chiesto di sapere se almeno i quattro quinti del cda che lo avevano accompagnato nel periodo della sua presidenza confermassero quanto da lui dichiarato. In buona sostanza è stato confermato quel percorso”.
Sulla vicenda, come previsto dalla risoluzione approvata dal Consiglio Valle, la commissione attende l’invio della documentazione richiesta alla Cva, attesa entro il 30 aprile. Si proseguirà poi con le audizioni delle strutture regionali.
Le risposte di CVA a Rosset: “sapeva degli emolumenti. Le pressioni? Nessun fondamento”
18 Aprile 2025 – Ore 12.49 di Martina Praz

Il nodo del rinnovo del Cda a giugno 2022
Uno dei primi punti sollevati dai due scritti riguarda il rinnovo del Consiglio d’amministrazione della società leader nella produzione di energia da fonti rinnovabili, a giugno del 2022. Nella sua lettera, Rosset spiega che la finanziaria aveva proposto di rinviare la nomina ad un momento successivo, per poter “rifare il processo di selezione di candidature nel rispetto della nuova norma”, approvata dal Consiglio Valle. La società replica affermando che i suoi amministratori “espressero un parere negativo” rispetto a un’eventuale proroga perché “questa situazione consente di compiere unicamente atti di ordinaria amministrazione”.
Non solo “era in corso il citato processo di emissione del bond, e sarebbe stato difficile spiegare a banche e potenziali investitori il motivo per cui la società veniva lasciata dall’azionista in condizioni di non poter deliberare”, ma “si era nel pieno della ‘tempesta energetica’ del 2022”. La Cva, come le altre imprese del settore, “era sottoposta a grandi tensioni finanziarie, dovendo anticipare depositi a garanzia delle operazioni di copertura per centinaia di milioni di euro. La complessità non fu evidentemente colta da Rosset, nonostante il tema fosse stato ampiamente e dettagliatamente illustrato in occasione di un’audizione dei vertici e di alcuni manager di Cva presso il cda di Finaosta già il 27 gennaio 2022. In oltre due ore di illustrazione era stato fatto un quadro”.
In quell’occasione, “era stato fornito un quadro dettagliato delle scelte finanziarie definite dal cda di Cva, e tese a mettere in sicurezza la società, ben prima dell’invasione dell’Ucraina”. Scelte che “non solo hanno consentito di tenere in sicurezza la società, ma hanno consentito anche di trasformare una grave crisi in un’opportunità” riuscendo “a produrre un grande valore economico per la società e per l’azionista, come dimostrato dai bilanci successivi”.
Per questo, per la Cva, “paralizzare la società, con meccanismi di prorogatio, sarebbe stata l’ultima delle cose da fare”. E, riferendosi a quanto scritto da Rosset, definisce “sconcertante l’atteggiamento di chi, di fronte a questo scenario oggettivamente drammatico, e che avrebbe potuto portare a conseguenze disastrose anche sul piano dei danni al valore di una partecipata pubblica, si limitava a guardare ad aspetti procedurali”.
Gli aumenti dei compensi dei vertici di Cva
Quanto all’aumento degli emolumenti dei vertici del gruppo, dopo l’uscita dal perimetro della legge Madia, Finaosta, durante una riunione con la presidenza della Regione, propone al cda della società energetica come “unica strada percorribile” di “dimettersi in blocco per poter partecipare a una nuova selezione, il che avrebbe comportato l’affidamento della gestione al collegio sindacale per almeno due mesi – scrive Cva -. Di nuovo, quali sarebbero state le conseguenze di ciò? Ci pare di ricordare che lo sconcerto fu massimo, soprattutto presso i rappresentanti della regione perché, durante la riunione, Rosset espresse anche l’idea che il cda sarebbe comunque stato ricostituito nella sua composizione attuale, posizione evidentemente illegittima se assunta a priori”.
Rosset lamenta di aver ricevuto pressioni da alcuni esponenti della giunta regionale per l’aumento dei compensi dei vertici della società. Affermazioni che Cva rispedisce al mittente dicendo che il racconto dell’ex presidente della Finaosta “non ha alcun fondamento laddove parla di pressioni”. E spiega: “Gli esponenti della Regione tennero un profilo istituzionale di estrema correttezza” con “una posizione costruttiva e orientata a individuare la soluzione al problema posto”.
La nomina di Argirò ad amministratore delegato di Cva Eos
Altro punto toccato dalla querelle è la nomina dell’amministratore delegato della Cva, Giuseppe Argirò, ad amministratore della società Cva Eos e del relativo compenso (300 mila euro annui). “Rosset era perfettamente a conoscenza di tutto ciò”, dice la società energetica, ma “una volta che la notizia è finita sui giornali, l’atteggiamento cambia”. L’ex presidente della Finaosta pone la questione durante l’assemblea di approvazione del bilancio 2023 della società, il 12 luglio 2024. Un intervento “irrituale e pleonastico”, scrive Cva, ma anche “potenzialmente dannoso per la società”.
Perché? ”Trattandosi dell’assemblea di approvazione del bilancio, il verbale sarebbe stato allegato al fascicolo di bilancio e reso pubblico. Di fatto, tale operato rendeva manifesto un grave problema nei rapporti tra Cva e il suo socio diretto, e tale da potenzialmente incidere sulla reputazione di cui il gruppo gode presso i principali stakeholder, e che ne leggono i bilanci, quali banche, società di rating, e partner industriali”. E ancora: “Dal verbale traspare con chiarezza che nessun esponente di Cva mise in discussione il diritto del socio di chiedere chiarimenti, così come asserito da Rosset nella lettera, mentre furono espresse riserve rispetto alla scelta di farlo in quella sede, al di fuori degli argomenti posti all’ordine del giorno”.
I piani strategici
Sulla mancata presentazione di piani strategici “degni di tale nome”, lamentata da Rosset, la società dice che “la presentazione dei piani strategici redatti annualmente da Cva avrebbe potuto essere attuata in un modo assai lineare e istituzionale, invitando in audizione il cda di Cva presso il cda di Finaosta. Nonostante la disponibilità più e più volte espressa in questo senso da parte di Cva, ciò non avvenne mai”.
Nonostante la tensione nei rapporti, “il management di Cva ha proseguito nella sua opera di gestione, portando a termine un mandato caratterizzato da difficoltà e tensioni di mercato, e raggiungendo uno sviluppo industriale e risultati di bilancio in continua crescita” ma “di tutto ciò Rosset non fa mai alcun cenno”. Per Cva, “questo è forse il segno più evidente di una sua difficoltà ad armonizzare una visione amministrativa della società in house che al tempo presiedeva, con il ruolo di azionista di una grande Società pubblica, che però opera in un mercato complesso ed estremamente dinamico. Rammarica che questa difficoltà di comunicazione non sia stata risolta con il dialogo, durante il mandato”.
CVA replica a Rosset: “Ricostruzione parziale e incompleta”
17 Aprile 2025 – Ore 18 di Christian Diemoz

Un documento di ventinove pagine in cui la Compagnia Valdostana delle Acque-CVA – che ha ottenuto tramite una richiesta di accesso agli atti la lettera inviata di recente ai vertici di Regione e Finaosta dell’ex presidente della finanziaria regionale Nicola Rosset – “ritiene doveroso fornire una puntualizzazione fattuale a quanto asserito” nella missiva, “a tutela delle Società del gruppo e dell’operato dei rispettivi organi amministrativi e di controllo, nonché dell’intera popolazione aziendale”.
La “replica” della società energetica è arrivata oggi, giovedì 17 aprile, indirizzata ai presidenti della Regione, Renzo Testolin, del Consiglio Valle, Albert Bertin, della IV Commissione consiliare, Roberto Rosaire, e di Finaosta, Marco Linty. Anche oggi, come accadde nello scorso episodio, la vicenda emerge con l’Assemblea regionale in seduta e irrompe nei lavori, con i gruppi di opposizione – venuti a conoscenza della nota di CVA – concordi nel chiedere di averla in tempi rapidi, vista anche l’audizione prevista per domani, in Commissione, del presidente Linty.
Al momento, a quanto si apprende, il documento è stato trasmesso ai componenti della IV Commissione consiliare e verrà inviata anche a tutti gli altri membri del Consiglio. La lettura della lettera di Rosset ha suscitato – scrive CVA – “sorpresa, stante la ricostruzione, che riteniamo parziale e incompleta degli avvenimenti ricostruiti”. Seguono, con una impostazione quasi da pubblicazione di tecnica legislativa, ventotto pagine di una tabella a due colonne.
Sulla sinistra i passi della “Lettera Rosset” e, a destra, i relativi “Commenti CVA” (che, in oltre quaranta casi, sono “Nessun commento”), suddivisi in più capitoli: Ingresso del dott. Argirò in CVA; modifica L.R. 20/2016 e rinnovo del CdA di CVA a giugno 2022; uscita di Cva da Madia e richiesta di aumento degli emolumenti; riunione del 31 agosto 2022; assemblea del 23 settembre 2022; sequenza pareri legali; la modifica dello Statuto sociale di CVA; la vicenda dei compensi riconosciuti su CVA Eos; piani strategici.
Concludendo, per la società energetica “traspare evidentemente un periodo di significative e sofferte tensioni tra il management di CVA e il presidente della Società azionista, Rosset”. Nonostante ciò, “il management di CVA ha proseguito nella sua opera di gestione, portando a termine un mandato caratterizzato da difficoltà e tensioni di mercato, e raggiungendo uno sviluppo industriale e risultati di bilancio in continua crescita, dati questi che dovrebbero essere il primario elemento di verifica da parte dell’azionista in merito al buon operato del management”.
“Di tutto ciò, – mette nero su bianco CVA – Rosset non fa mai alcun cenno”. Per la Compagnia Valdostana delle Acque, “questo è forse il segno più evidente di una sua difficoltà ad armonizzare una visione amministrativa della Società in house che al tempo presiedeva, con il ruolo di azionista di una grande società pubblica, che però opera in un mercato complesso ed estremamente dinamico”.
Una visione, si legge ancora nella “replica”, “che lui ha voluto presentare come seria e rigorosa ma che, a un esame più attento, ci pare riveli una sostanziale tendenza a privilegiare i formalismi e a evitare le assunzioni di responsabilità, anche a rischio di perdere di vista l’obiettivo sostanziale, ovvero quello di preservare e far crescere il valore della Società pubblica di cui si è azionisti”.
Di ciò, per CVA, “rammarica che questa difficoltà di comunicazione non sia stata risolta con il dialogo, durante il mandato”. “Mentre osserviamo che i rapporti con i nuovi vertici di Finaosta sono orientati a una fattiva collaborazione, – continua la replica della società energetica- rammarica che la vicenda descritta nella lettera e da noi commentata possa essere oggi usata, forse anche strumentalmente, nel dibattito politico. Come Amministratori pro-tempore di CVA, riteniamo che il Gruppo sia un grande patrimonio di tutti i valdostani: un patrimonio economico, industriale, e professionale, e che merita di essere preservato”.
Scontro su Cva, Rosset: “Ho confermato quanto ho già scritto nella lettera”
14 Aprile 2025 – Ore 17.50 di Martina Praz

“Ho confermato quanto ho già scritto nella lettera”. Poche parole al termine di un confronto durato due ore e mezza. A pronunciarle è Nicola Rosset, ex presidente della Finaosta spa, la finanziaria regionale, ascoltato questa mattina dalla quarta commissione consiliare del Consiglio Valle, dopo la lettera di 16 pagine inviata nei giorni scorsi al presidente dell’assemblea consiliare, Alberto Bertin, al presidente della commissione, Roberto Rosaire e per conoscenza all’attuale presidente della finanziaria regionale, Marco Linty, nella quale affermava di aver ricevuto delle pressioni da parte di alcuni componenti della giunta regionale per l’aumento degli emolumenti dei vertici della Cva. Non solo. Nella missiva, Rosset spiega come durante la sua presidenza “non siano mai stati presentati da parte di Cva piani strategici di tale nome” ma “delle generiche volontà di crescita e di produzione senza fornire numeri preventivi” e “senza rendicontare gli investimenti fatti”.
Affermazioni che avevano acceso il dibattito nella scorsa seduta del Consiglio Valle, portando all’approvazione di una risoluzione proposta dai gruppi di maggioranza che chiedeva alla quarta commissione consiliare di approfondire con una serie di incontri alcuni aspetti legati alla gestione e all’organizzazione della società leader nella produzione di energia da fonti rinnovabili e del suo rapporto con la Finaosta che la controlla per il tramite della Regione. Incontri che proseguiranno venerdì con l’audizione del consiglio di amministrazione della Finaosta, nell’attesa di ricevere entro il 30 aprile la documentazione relativa al piano industriale e finanziario della Cva, agli impianti acquisiti e a quelli ancora da completare, agli emolumenti, agli incarichi e alle consulenze.

Dopo l’incontro, tra i consiglieri di maggioranza prevale il silenzio. “Oggi abbiamo iniziato le audizioni ma aspettiamo che vengano trasmessi i documenti richiesti”, dice il presidente della commissione, Roberto Rosaire (Union Valdôtaine). Dai banchi dell’opposizione, Stefano Aggravi, capogruppo del Rassemblement Valdôtain, spiega: “Dopo l’audizione persiste la grande preoccupazione che abbiamo rispetto ai rapporti di ieri di oggi e in prospettiva anche di domani tra la Finaosta e la Cva. Ci auguriamo che ci possa essere la definizione di adeguate procedure, regolamenti o soluzioni affinché la partecipata regionale possa continuare ad operare nel settore elettrico in modo puntuale preciso ed efficiente nell’interesse suo e di tutti i valdostani e che, dall’altra parte, la finanziaria regionale possa fare il suo mestiere di holding e poter operare nell’interesse del suo azionista principale che è la Regione”.
“Sui rapporti tra Regione, Finaosta e Cva noi insistiamo da moltissimo tempo – dice Chiara Minelli del Progetto Civico Progressista -. Sono più di due anni che noi abbiamo posto la questione degli investimenti fuori Valle di Cva, delle scelte della governance e degli emolumenti e ci è sempre stato detto dal presidente Testolin che la Regione non interferisce sulle scelte di Cva. È positivo che finalmente se ne discuta perché a breve si dovranno cambiare o confermare i vertici della società, a breve è atteso il bando, e bisogna avere contezza del pregresso”.
Per il consigliere della Lega, Simone Perron, “la politica deve rimanere il più lontano possibile dalla gestione delle partecipate di questo livello. La società Cva non è soggetta a direzione e coordinamento per legge e a nostro avviso così deve rimanere perché garantisce la terzietà dell’azienda e l’autonomia sulle scelte industriale e manageriale. Deve fare profitto e portare i profitti ai valdostani”.
Scontro su Cva, maggioranza e opposizioni divise: passa la risoluzione per gli approfondimenti
3 aprile 2025
di Silvia Savoye

Non è bastata una lunga pausa pranzo e un pomeriggio di confronti per trovare una mediazione tra maggioranza e opposizione sulla vicenda che coinvolge la Compagnia Valdostana delle Acque (Cva) e Finaosta. Solo dopo le 18 di giovedì 3 aprile, il Consiglio Valle è tornato in Aula con tre risoluzioni: una della Lega Vallée d’Aoste con il gruppo misto, una seconda proposta da Rassemblement Valdôtain, Pcp e ancora il gruppo misto, e una terza sottoscritta dai gruppi di maggioranza.
Alla fine, sono proprio i 19 consiglieri della maggioranza a ricompattarsi nel voto, affidando alla quarta Commissione consiliare l’approfondimento su una serie di aspetti legati alla gestione e all’organizzazione del gruppo Cva. Tra i temi da esaminare: piano industriale e finanziario, indebitamento, andamento del prezzo medio dell’energia, impianti acquisiti o ancora da completare, emolumenti, incarichi, consulenze, affitti, acquisti e possibili conflitti di interesse. La Commissione dovrà acquisire la documentazione entro il 30 aprile 2025 e procedere con le audizioni dell’ex presidente e dell’attuale consiglio di amministrazione di Finaosta.
A chiarire il senso della risoluzione, è stato il capogruppo di Union Valdôtaine, Aurelio Marguerettaz: “La Cva gode di ottima salute. Anche quest’anno produrrà 200 milioni di utile. Questa risoluzione serve per capire l’andamento degli investimenti nelle rinnovabili, realizzati anche con una leva finanziaria molto importante. Quando avremo questi dati, saremo tutti più tranquilli.” Un approfondimento che arriva in prossimità dell’approvazione del terzo bilancio dell’ultimo esercizio del CdA, in vista di un suo possibile rinnovo. Per il presidente della Regione, Renzo Testolin: “Il Cda di Finaosta potrà fornire in Commissione elementi importanti sul lavoro svolto per arrivare a un bando che sia determinante per il prossimo mandato, sia in merito alla nomina degli amministratori delle società del gruppo, sia alla definizione degli emolumenti. Un’attività complessa, non completabile prima, perché non era possibile modificare le regole in corso di mandato.”
Soddisfatto del dibattito e della risoluzione Marco Carrel, assessore all’Agricoltura e rappresentante di Pour l’Autonomie, che ieri aveva chiesto una commissione d’inchiesta: “Il Consiglio regionale deve essere il centro della politica valdostana e la sede in cui affrontare con trasparenza questa problematica, attraverso una serie di dati approfonditi”.
A intervenire sul contenuto della lettera dell’ex presidente di Finaosta, Nicola Rosset, anche l’allora presidente della Regione Erik Lavevaz e l’assessore Luciano Caveri, che all’epoca aveva la delega alle partecipate. Entrambi hanno espresso rammarico per il clima di polemica:“I tentativi di mediazione non sono stati pressioni, ma doveri istituzionali per evitare che una crisi travolgesse una società strategica come Cva.”
Sono state invece respinte le altre due risoluzioni.
La prima, presentata dalla Lega Vallée d’Aoste con il gruppo misto, prevedeva l’attivazione di una Commissione speciale e una indagine conoscitiva con termine entro 30 giorni, da condurre con audizioni e acquisizioni di documenti. La proposta è stata illustrata in Aula dal consigliere Simone Perron. “Già nel mese di dicembre avevamo portato il tema all’attenzione del Consiglio. Dopo l’audizione dei vertici di Cva in quarta Commissione, i componenti del gruppo avevano chiesto l’audizione anche dell’ex Presidente di Finaosta a cui però il Presidente di Commissione non aveva dato seguito con la motivazione che la quella non era la sede giusta per portare avanti questo tipo di iniziative.”
La seconda, firmata da Rassemblement Valdôtain, Pcp e gruppo misto, chiedeva alla Commissione competente di distribuire entro 7 giorni la documentazione citata nella nota di Rosset e di procedere, entro 30 giorni, con audizioni dell’ex presidente di Finaosta, del CdA, del presidente della Regione e dei membri della Giunta. Prevista anche una relazione conclusiva entro 45 giorni.
Stefano Aggravi, capogruppo di Rassemblement, ha parlato di un “problema di governance tra Regione, Finaosta e Cva. Finaosta è una società in house che dovrebbe esercitare controllo. In questo ginepraio, invece, si sono creati problemi evidenti.” Critica anche Chiara Minelli (Pcp): “La missiva di Rosset ha aperto uno squarcio nel buio sull’operato di Cva. Ora si chiedono documenti e dati che indicano un cambio di approccio. È una svolta? Un cambio di indirizzo? Finora si è sempre sostenuto che la Regione non dovesse intervenire direttamente.”
Sulla stessa linea anche Pierluigi Marquis, capogruppo di Forza Italia VdA: “Sono anni che poniamo le stesse domande in Consiglio. Ci è stato detto che l’urgenza deriva dall’approvazione del bilancio, ma ne sono già stati approvati due. In questi anni sono stati spesi oltre un miliardo di euro. Solo ora, a quattro mesi dal voto, si parla di trasparenza. È la decretazione del fallimento di una maggioranza regionale.”
Consiglio Valle sospeso dopo la lettera di Rosset: si valuta una risoluzione sul caso Cva
3 aprile 2025 – ore 13
di Silvia Savoye

Prima una riunione di minoranza, poi una capigruppo, poi ancora una riunione di maggioranza e poi di nuovo capigruppo. La lettera dell’ex presidente, Nicola Rosset, o meglio la sua pubblicazione sui giornali, stravolge i lavori del Consiglio Valle. Una parte della minoranza rilancia la proposta di Pour l’Autonomie, bocciata ieri dalla sua stessa maggioranza, di aprire una commissione d’inchiesta. Alla fine dopo una mattina di sospensione, la decisione è di provare a trovare delle convergenze per affrontare la questione nel pomeriggio e portarla alla discussione dell’Aula con una o più risoluzioni.
Il gruppo Pour l’Autonomie non ha preso parte ai lavori iniziali del Consiglio, in attesa di un confronto istituzionale sul contenuto della lettera. “Ieri pomeriggio in maggioranza abbiamo affrontato il tema – spiega l’assessore Marco Carrel (Pla) –. Abbiamo chiesto di valutare un iter per affrontare politicamente questa situazione, che ci è nota da venerdì scorso. La commissione d’inchiesta poteva essere una delle soluzioni, ma ci sembrava opportuno riflettere su un percorso che coinvolga la commissione competente, la maggioranza o un consiglio dedicato”.
Sulla vicenda interviene anche il presidente della Regione Renzo Testolin: “L’attenzione massima è alla salvaguardia del gruppo. C’è un confronto ampio e costruttivo per individuare i dovuti approfondimenti rispetto alle notizie emerse sulla stampa. L’obiettivo è garantire la massima trasparenza”.
Chiede chiarezza “per i membri del consiglio e per chi sta fuori” anche Stefano Aggravi di Rassemblement Valdôtain, che ieri mattina aveva lamentato la mancata ricezione della lettera dell’ex presidente Rosset. “C’è la necessità di appurare se alcuni passaggi di quelle 16 pagine siano vere o no”. Aggravi non esclude, inoltre, di esercitare il suo ruolo di pubblico ufficiale.
Nel corso della mattinata, ha preso posizione anche Forza Italia Valle d’Aosta. “Quanto sta emergendo sui rapporti tra la governance della Compagnia Valdostana delle Acque e i vertici della finanziaria regionale Finaosta, e sulle presunte pressioni da parte di membri della giunta, sono elementi che non possono passare sotto silenzio – scrive Emily Rini –. Come segreteria regionale chiediamo alla giunta chiarezza immediata, anche alla luce delle iniziative ispettive già presentate dal nostro gruppo consiliare. Siamo favorevoli alla commissione d’inchiesta proposta da Pour l’Autonomie, e ci aspettiamo l’adesione anche dell’assessore Carlo Marzi, considerando il progetto politico comune in via di definizione”.
Scontro Finaosta–Cva, l’ex presidente Rosset: “Pressioni per aumentare gli emolumenti dei vertici”
3 aprile 2025 – ore 8.30
di Silvia Savoye

È scontro a distanza tra l’ex presidente di Finaosta, Nicola Rosset, e gli attuali vertici di Cva. A riaccendere la miccia è una lettera di sedici pagine inviata da Rosset al presidente del Consiglio Valle Alberto Bertin, al presidente della IV Commissione consiliare Roberto Rosaire e, per conoscenza, all’attuale presidente di Finaosta Marco Linty. Una replica alle dichiarazioni rese dai vertici Cva nel corso di un’audizione della IV Commissione dello scorso novembre.
“Venuto a conoscenza di essere stato citato e attaccato nel corso dell’audizione in quarta Commissione”, Rosset spiega di aver richiesto l’accesso agli atti e di aver deciso di prendere parola per “ristabilire un quadro informativo fondato su criteri di trasparenza e completezza”.
Al centro dello scontro, l’aumento dei compensi dell’ad di Cva, fissati a 50mila euro annui dal 2019. “Ci furono pressioni esercitate da alcuni componenti della giunta regionale affinché si procedesse a un aumento degli emolumenti del management Cva” accusa Rosset.
Il parere legale e l’uscita dal perimetro Madia
Nel 2022 Cva aveva richiesto a Finaosta una revisione degli emolumenti sulla base di un parere del costituzionalista Francesco Saverio Marini – allora consulente, oggi giudice della Consulta – che sosteneva che, a seguito del decreto Aiuti, Cva potesse essere considerata una “società quotata” e quindi esclusa dal campo di applicazione del decreto Madia.
Secondo Rosset, i vertici della partecipata “ritenevano che l’uscita dall’ambito di applicazione del decreto legislativo Madia consenta all’azionista Finaosta di rivedere in aumento i suddetti emolumenti, attraverso un significativo aumento degli stessi per tutti i componenti del cda di Cva”.
Il 31 agosto 2022, una riunione alla Presidenza della Regione affronta la questione: “Da parte dell’assessore competente viene posto il tema della revisione dei compensi, aderendo alla richiesta dei vertici di Cva e rinviando tale operazione alla competenza del socio Finaosta”.
Il rischio danno erariale e la proposta di nuove selezioni
Finaosta, però, secondo Rosset, “fa presente l’inopportunità di modificare compensi oggetto di una selezione pubblica e approvati solo alcune settimane prima in assemblea” e propone – come “mera ipotesi tecnica” – le dimissioni del cda per consentire una nuova selezione. “La proposta viene scartata a priori dai presenti”.
Un parere legale acquisito dalla finanziaria evidenziava infatti “un potenziale danno erariale” in caso di aumento post-nomina. Gli avvocati proponevano quindi “come unica soluzione sostenibile l’avvio di una nuova procedura di selezione preceduta dalle dimissioni del Consiglio di amministrazione”. Una soluzione, osserva Rosset, che “avrebbe potuto consentire la partecipazione di altri candidati, aprendo un confronto concorrenziale che avrebbe premiato le competenze più qualificate”.
Un’altra ipotesi, anch’essa respinta, era “in sede di Cda di definire nuovi compensi, anche molto più consistenti, a seguito del ricevimento di una lettera dell’amministrazione regionale che autorizzi Finaosta a muoversi in tal senso. Anche questa proposta viene fortemente osteggiata”.
Rosset sottolinea che “la manifestazione di interesse che ha portato all’individuazione dell’attuale amministratore delegato stabiliva in modo chiaro l’entità del compenso. E che tale compenso fosse omnicomprensivo“. E aggiunge: “Se il compenso previsto era considerato non adeguato, non sarebbe stato più opportuno valutare attentamente la propria candidatura prima di partecipare alla selezione, piuttosto che proporre insistentemente una revisione successiva delle condizioni contrattuali?”.
Il contrattacco di Rosset
Dopo ulteriori passaggi, discussioni e pareri, la questione sembrava essersi arenata. Rosset torna sul tema solo nel maggio 2024, venendo a conoscenza del compenso aggiuntivo riconosciuto ad Argirò in qualità di amministratore di Cva Eos, grazie a un’interrogazione della consigliera Chiara Minelli di Pcp.
Replica così alle accuse: “Non sono stato io, in qualità di presidente di Finaosta, a esercitare pressioni per ottenere le dimissioni dei vertici di Cva. Al contrario, sono stato io a subirne, quanto alla necessità di alzare i compensi. Una richiesta che, non a caso, è stata accompagnata dalla minaccia di dimissioni, con il conseguente monito che, in caso di diniego, il sottoscritto e l’intero cda di Finaosta avrebbero dovuto renderne conto – non si capisce a quale titolo – a tutta la Valle d’Aosta”.
Rosset nega infine qualsiasi coinvolgimento in nomine pilotate: “Contrariamente a certe voci, non ho mai nemmeno lontanamente immaginato di suggerire nomi ‘amici’ per le nomine in Cva. E, laddove necessario, farò valere questa innegabile verità”.
E conclude con una riflessione sull’operato di Finaosta: “Vale la pena ancora ricordare che tutte le decisioni assunte in seno al consiglio di amministrazione di Finaosta sono state approvate all’unanimità e che, ancora oggi, i quattro quinti del cda e i due terzi del collegio sindacale restano invariati. Un dato che, se fosse analizzato con maggiore attenzione, dovrebbe far riflettere su chi, davvero, abbia spinto per un cambio di rotta e con quali reali intenzioni”.
Nessun vero piano da Cva
Nella parte finale della missiva, Rosset riserva anche una stoccata alla governance della partecipata: “Ancora in termini di trasparenza e collaborazione istituzionale, appare in ultimo opportuno evidenziare come, durante la presidenza in Finaosta del sottoscritto non siamo mai stati presentati da parte di Cva piani strategici degni di tale nome, ma ci si sia limitati, da parte dei vertici della medesima Compagnia valdostana delle acque, a illustrare delle generiche volontà di crescita di produzione senza però fornire numeri preventivi, ma soprattutto senza rendicontare gli investimenti fatti”.
Cva: “Nessuna dichiarazione. Aspettiamo atti.”
A seguito delle notizie diffuse, Cva dichiara di “non possedere il documento presentato dall’ex Presidente di Finaosta agli organi consiliari. La richiesta di accesso agli atti in tal senso è stata presentata ieri. Solo qualora tale accesso venisse accordato, CVA potrà valutarne i contenuti. Nel frattempo non verranno rilasciate dichiarazioni.”
Aggravi: “Certi passaggi sono piuttosto preoccupanti e vanno necessariamente chiariti”
A chiedere ieri copia della missiva inviata da Rosset è stato il capogruppo di Rassemblement Valdôtain Stefano Aggravi, in apertura dei lavori del Consiglio regionale.
“Queste osservazioni lasciano trasparire un clima tutt’altro che funzionale al buon rapporto che deve esserci tra Azionista, controllante in house e controllata. Da parte mia ho già avanzato la richiesta di accesso agli atti dei vari pareri citati. Credo che la IV Commissione, così come tutto il Consiglio debbano valutare attentamente cosa fare ora. Certi passaggi sono piuttosto preoccupanti e vanno necessariamente chiariti”.
9 risposte
Non è che per caso CVA vuole comprare la mia panda per 100.000,00 euro? Non sono il direttore generale, però poi la mancia ai responsabili gliela allungo volentieri! Forza ragazzi, datevi da fare
A cosa servono 172 società controllate?
Le consulenze legali, a cominciare da quella di Marini, a quanto ammontano? Perché bisognerebbe che l’innominato con la delega alle Partecipate restituisse l’ammontare della 1a, quella a Marini e di quelle che ne sono seguite. E un emendamento per una pensione anticipata per tutti quelli coinvolti, alla Del Deo. In cambio di togliere il disturbo, credo che molti valdostani sarebbero disposti a sopportarlo.
Fuori dalla legge Madia?
Con degli artifizi dove se la cantano e suonano … la società è pubblica a tutti gli effetti e invece opera come privata ….
La Corte dei Conti dovrebbe indagare e troverebbe che questo modo di operare è fuori legge “Madia” ..
Il potere è di chi se lo prende.
Così pure il denaro.
Se quanto afferma Nicola Rosset fosse vero e confermato, l’intera giunta regionale dovrebbe dimettersi. E ovviamente nemmeno avere il coraggio di ripresentarsi candidati alle prossime elezioni regionali. A proposito: la Procura di Aosta non ha nulla da dire in merito?
Ti dico già perché la Procura non interverrà: archiviazione immediata. Se l’unica prova di questa cosa è la lettera di Rosset, e non ci sarà nessun testimone o documento a confermare i fatti, il caso si chiude a livello penale per mancanza di prove e una querela contro Rosset. Unica cosa da fare è un’inchiesta politica con relative sentenze senza alcuna valenza legale se non gli eletttori infuriati. Unica cosa certa, che questo caso ha ridotto di molto le probabilita che l’Union Valdotaine vinca le prossime elezioni regionali: auguro solo che chi vincerà elezioni non debba mettersi in maggioranza l’UV quando questa busserà alla loro porta per cercare di avere un posto di minoranza al governo.
Bla bla bla
“E io pago!” come direbbe Totò!