Di fronte all’annuncio del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di nuovi dazi del 25% sulle importazioni di acciaio e alluminio a partire dal 12 marzo, la Cogne Acciai Speciali spa, storica acciaieria di Aosta, si dice “attendista”.
Quelle di Trump, “sono delle dichiarazioni molto forti e pericolose ma immaginiamo che ci saranno ancora delle discussioni per arrivare ad una sorta di compromesso economico – spiega Monica Pirovano, direttrice generale dell’azienda -. Il nostro atteggiamento, in questa fase, è di stare alla finestra per vedere che cosa succederà. Per questo, non abbiamo fatto ancora nessun calcolo sulle eventuali perdite”, dovute ai dazi americani.
Ma un dato c’à. Per lo stabilimento siderurgico di Aosta, specializzato nella produzione di acciai speciali lunghi, il mercato americano vale tra l’8 e il 10% del suo business. “Il Brasile e il Messico sono molto importanti per noi, con il Canada invece non abbiamo quasi nulla”, afferma Pirovano. Che spiega: “Noi esportiamo negli Stati Uniti utilizzando il sistema delle quote d’importazione, che presuppone dei quantitativi che fino ad ora potevano entrare senza dazi, e delle esenzioni applicate per certi prodotti. Oltre ai dazi, sembrerebbe che Trump voglia eliminare tutto questo”.
Per la direttrice generale della Cogne, ciò rappresenterebbe “una guerra nei confronti dell’Europa e del resto del mondo che avrà tantissime ripercussioni per molte aziende. Molti dicono che in realtà Trump è stato violento nel fare queste dichiarazioni perché poi vuole andare a ridiscuterle con l’Europa, con la Cina e con altri Paesi che hanno un impatto. Staremo a vedere quale sarà il risultato finale, anche se credo che per l’America sia abbastanza difficile fare a meno delle importazioni”.
I dazi annunciati dal presidente americano sono pensati per favorire la produzione statunitense di acciaio e alluminio, rendendo più svantaggioso il loro acquisto dall’estero, ma con il rischio, secondo Pirovano, di un “effetto boomerang”. “Molti nostri clienti americani faticano a trovare i prodotti che facciamo noi sul loro territorio – spiega -. Trump cosa vuole fare? Uccidere le sue aziende interne che non riuscirebbero più ad importare? Sembra difficile pensare ciò”. E aggiunge: “L’America è uno stato importantissimo ma non è l’unico al mondo. Forse tanti anni fa era la potenza che dominava tutto, oggi c’è la Cina che non credo si faccia schiacciare i piedi molto facilmente dal punto di vista economico”.
Oltre allo spettro dei dazi americani, a preoccupare le imprese c’è l’aumento del costo all’ingrosso dell’energia, che per l’Italia è tra i più alti dell’Unione europea. A gennaio, i prezzi erano superiori del 48% rispetto alla Spagna, del 40% rispetto alla Francia e del 25% rispetto alla Germania. Intanto, secondo l’Istat, la produzione industriale italiana lo scorso dicembre ha registrato il -7,1% rispetto allo stesso mese del 2023. Tra i temi discussi dalla Commissione europea, oltre ai dazi americani, torna l’ipotesi di introdurre un “tetto” al prezzo del gas.
“Noi monitoriamo la Francia e la Germania e riuscire a competere anche solo in Europa con il costo dell’energia elettrica e del gas che è più alto rispetto a questi due paesi industrializzati è difficoltoso”, afferma la direttrice generale della Cogne Acciai Speciali, che, al problema del prezzo dell’energia, affianca quello del costo del lavoro cresciuto del 13% negli ultimi due anni.
Quanto alla produzione, “il 2024 non è stato un anno brillante per tutto il settore siderurgico che vive di cicli altalenanti – prosegue -. In questo momento, il settore dell’automotive, che per noi è sempre stato molto importante, è in crisi e una parte del nostro fatturato legato a questo settore è in decrescita. Per fortuna, noi ci siamo spinti anche verso altri settori come l’aerospaziale, la difesa e il nucleare, che invece sono in forte ripresa”. La Cogne Acciai Speciali è quindi un’azienda che “viaggia su due tempi – conclude Pirovano -: abbiamo aree in rallentamento e altre dedicate ai nuovi mercati che vanno bene e addirittura hanno bisogno di aumentare i turni. Bisogna essere flessibili e seguire il mercato”.