Export verso gli Stati Uniti, CNA: “Per la Valle d’Aosta impatto limitato ma rischio marginalizzazione”

Per affrontare la situazione, Cna individua alcune priorità: diversificazione dei mercati, innovazione e qualità nel comparto metallurgico e maggiore integrazione con le filiere delle regioni limitrofe
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Economia

Gli Stati Uniti rappresentano, dopo Svizzera, Francia e Germania, uno dei principali mercati di sbocco dei prodotti valdostani. Nel 2024 l’export italiano oltreoceano ha raggiunto i 61,9 milioni di euro, di cui soltanto lo 0,1 per cento è valdostano. A trainare le vendite è soprattutto la metallurgia valdostana, che da sola rappresenta l’1,1 per cento dell’export italiano negli Usa, mentre gli altri settori incidono in misura marginale.

A fornire la fotografia è l’Area studi e ricerche di CNA, che ha analizzato la situazione dopo l’accordo del 27 luglio scorso fra Europa e Stati Uniti: i dazi sulle produzioni europee sono stati fissati al 15 per cento, tre volte superiori alle precedenti tariffe, con conseguenze rilevanti per le economie più orientate all’export.

“L’impatto per la Valle d’Aosta sarà presumibilmente limitato nel breve periodo – spiega Andrea Caruso, presidente di Cna Valle d’Aosta –. La regione ha una bassa propensione all’export e le esportazioni verso gli Usa hanno un peso ridotto sul Pil. Tuttavia, il settore metallurgico, che concentra la maggior parte delle vendite oltreoceano, è quello più esposto e rischia di subire effetti significativi”.

Il rischio principale, secondo Caruso, riguarda il medio-lungo periodo: “Le imprese che avevano investito nell’internazionalizzazione potrebbero essere scoraggiate a proseguire. Inoltre, la Valle d’Aosta, integrata in filiere con altre regioni italiane ed europee, potrebbe risentire indirettamente della contrazione delle esportazioni di altri territori verso gli Usa”.

Per affrontare la situazione, Cna individua alcune priorità: diversificazione dei mercati, innovazione e qualità nel comparto metallurgico e maggiore integrazione con le filiere delle regioni limitrofe. “Il vero rischio non è l’impatto immediato dei dazi, ma la marginalizzazione delle imprese valdostane nei mercati globali” conclude Caruso.

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