I giovani e l’imprenditoria turistica, esistono spazi di crescita?
E’ iniziato l’autunno e per tutti gli operatori turistici è momento di bilanci. I giovani viaggiano, ma quanto, quali strutture ricettive utilizzano, hanno davvero un budget limitato, quali canali di acquisto prediligono? Tutte domande interessati a cui dare risposta partendo, per esempio, dalle oltre 900.000 presenze (con oltre il 65% di ospiti stranieri) che ottiene l’Associazione Italiana Alberghi per la Gioventù (AIG), ma questa volta non vorremmo tergiversare sull’andamento del turismo “backpacker”, ma piuttosto soffermarci sull’offerta, dunque sui giovani imprenditori e operatori turistici.
“Serve un’iniezione di fiducia per il mondo dei giovani” con queste parole ha introdotto i lavori Paolo Galimberti, presidente dei Giovani Imprenditori di Confcommercio, pochi giorni fa a Venezia. Forse è proprio vero, esistono molti progetti e tante parole che hanno un riguardo speciale verso i giovani, ma poi nel concreto, in tutti i settori economici, senza eccezione per il turismo, trionfa l’esperienza, il “si è sempre fatto così” e dunque le intuizioni creative, la generazione di nuove idee dei giovani vengono spesso accantonate per la certezza del consueto. Un altro ostacolo che i giovani imprenditori si trovano a dover superare è la fase di start-up con tutti gli elementi che ne conseguono: costo del denaro elevato, sistemi amministrativi rigidi, regimi fiscali improponibili e così via.
Negli ultimi 8 anni le aziende gestite da imprenditori under 30 sono diminuite del 23%, ovvero in Italia sono passate da 278.000 a 212.000; è una riduzione notevole anche coerente con il calo della popolazione 18-30 anni (-2.7%) o alla percentuale di imprenditori under 30 sul totale di imprese individuali (-1.8%). Se dunque é normale in un periodo di crisi assistere a questo tipo di fenomeni, è altrettanto vero che creare le condizioni per far esprimere la forza innovativa e creativa dei giovani darebbe un nuovo impulso allo sviluppo socio-economico del Paese. Questa crescita è l’obiettivo anche di John Winteler, presidente di Federturismo, che ritiene possa essere possibile aumentare il Pil turistico totale (diretto, indiretto e indotto) a quota 18,5% entro il 2010.
In Valle d’Aosta l’attenzione e le opportunità di lavoro per i giovani imprenditori turistici sono elevate (sono previsti infatti corsi finanziati con Fondi Europei che premiano la neo imprenditoria, la giovane età e le aziende turistiche) ma non sempre colte con il dovuto interesse dagli utenti. Tra le iniziative lodevoli in questo senso c’è da qualche anno quella dell’I.P.R.A (Istituto Professionale Regionale Alberghiero) di Chatillon dove è stato attivato per gli studenti del IV e V anno un corso di simulazione d’impresa. Durante le lezioni teoriche, ma soprattutto pratiche, gli alunni possono cimentarsi dalla ricerca dell’idea imprenditoriale, alla costituzione della società, sino alla gestione strategica. Naturalmente il capitale sociale versato, la partita iva, gli stipendi dei dipendenti,… sono simulati, ma i ragazzi hanno dimostrato molto interesse e partecipazione nei confronti di questo modello di business game (utilizzato soprattutto nelle migliori università di management) che prepara alla vita aziendale; nei prossimi mesi i giovani imprenditori inaugureranno un ristorante specializzato in primi e dolci e un ristorante sulle piste.
Sempre in campo turistico la Valle d’Aosta è rappresentata da 2 dei 3 membri under 30 presenti nella prestigiosa associazione italiana dei professionisti e manager del turismo (AIPMT), che accoglie i migliori esperti italiani in turismo.
A livello locale esistono giovani imprenditori, anche non in campo turistico, che ottengono successi degni di nota e per alcuni di loro c’è stato spazio in un sondaggio di un competente blog valdostano (www.impresavda.blogspot.com) che chiede ai propri lettori chi possa essere il miglior imprenditore valdostano dl 2010, sicuramente otterranno buoni risultati.