C’è rabbia e disperazione nel grido d’allarme lanciato oggi dal mondo delle piccole e medie imprese valdostane. Rete imprese Italia, che in Valle d’Aosta riunisce le associazioni di Confartigianato, Confcommercio, Détaillants Montagnards, Cna e l’Associazione degli artigiani della Valle d’Aosta, sceglie di parlare a pochi giorni dalle elezioni politiche valdostane per fare luce sulla "situazione disastrosa in cui versa l’imprenditoria valdostana."
"Rappresentiamo 12mila imprese con 36mila addetti, produciamo l’80% del Pil valdostano. – spiega il Presidente di Rete Imprese Italia Valle d’Aosta, Maurizio Goi – Nel 2012 130 aziende artigiane e commerciali hanno cessato la propria attività, perdendo 700 posti di lavoro ovvero mandando in crisi 700 famiglie." Una situazione provocata dai "balzelli fiscali e normativi, dai provvedimenti bancari, dalla difficoltà di accesso al credito. In questa situazione le banche anziché valutare la storia degli imprenditori li incasellano in un numero andando a chiedere i famosi rientri".
A spiegare la crisi in corso è anche il calo del 20% delle erogazioni da parte dei Confidi. "In questo periodo – continua Goi – le richieste sono solo di liquidità per risanamento aziendale e non di investimento". Inoltre nell’ultimo periodo sono aumentate del 5% circa le sofferenze e gli incagli.
"Siamo ad un punto di non ritorno" rincara Goi spiegando come fino ad oggi da parte della politica non ci sia mai stata la volontà di ascoltare il comparto. "Per 5 anni non ci ha invitato nessuno – spiega il Presidente di Rete Imprese Italia – non è ora nostra intenzione aspettare altri 5 anni perché altrimenti avremo solo tante "epigrafi" degli imprenditori".
Secondo le associazioni la crisi può essere superata ripartendo proprio dalle Pmi che loro rappresentano. Le richieste che arrivano quindi dagli imprenditori sono di "intervenire sul costo del lavoro, sulla burocrazia, creata da altri per giustificare migliaia di assunzioni nel pubblico, sull’accesso al credito ma anche bloccare l’aumento dell’Iva, intervenire sulle infrastrutture e puntare sul turismo".
Il Presidente Goi ha in conclusione puntato il dito contro il piano dei cantieri forestali della Regione. "Non possiamo più essere l’ammortizzatore sociale, la carta assorbente di situazioni create da altri. Se vogliamo lavorare infatti ci chiedono di assumere dalle liste degli operai forestali, obbligandoci però a fare degli enormi sacrifici per tenere anche i nostri addetti".